Il Segnale

2001 by abietto

Moffett Field, California, Centro di Ricerche Ames NASA
16 Agosto 2000 - 18:32 (GMT)

Barry Basher, direttore del progetto Pioneer 10, se ne stava in piedi davanti allo schermo gigante di un computer che mostrava diagrammi di ogni genere, alcuni dei quali assomigliavano a un elettroencefalogramma. John Bosworth, il suo più brillante assistente, un tipo giovane e dall’aria svampita, entrò e chiuse rumorosamente la porta alle sue spalle. Il piccolo studio era stracolmo di strumenti che soltanto un esperto avrebbe saputo classificare.
-Niente da fare, Barry - esordì Bosworth, - non c’è alcuna coerenza nelle trasmissioni degli ultimi giorni. Forse è successo qualcosa alla parabolica, o forse ai circuiti interni di trasmissione.
Basher fece un mugolìo di assenso, rosicchiando la gomma di una matita, mentre continuava imperterrito a osservare i diagrammi che si muovevano sullo schermo.
-Però… - continuò Bosworth.
Come ripresosi da una trance, Basher si girò: -Però cosa?
-Beh… Forse potremmo provare a vedere il problema sotto un diverso punto di vista…
-Cioè? - Una luce di interesse si era accesa negli occhi del direttore. Sapeva che quel tono particolare del suo aiutante in genere anticipava una qualche trovata.
-Sappiamo che P10 non riesce più a inviare messaggi a noi, ma certamente noi possiamo inviare messaggi a lui. Lanciamo un ordine di diagnostica su tutti i livelli e re-inizializziamo il sistema. Se non si tratta di un guasto meccanico irreparabile potrebbe anche funzionare.
-Diamine, bisognerà andare a spulciare di nuovo quei vecchi manuali… Codici di ventotto anni fa.
-Ecco… non sarà necessario. Li ho già controllati. Se vuoi possiamo provare a inviare la trasmissione in qualsiasi momento.
Basher sorrise: -Ero certo che non mi avresti proposto qualcosa del genere senza tutti i preparativi necessari. Ecco cosa stavi facendo in laboratorio ieri sera.
-Già, - disse Bosworth ricambiando il sorriso - che vuoi farci… sono fatto così, tipico Vergine preciso e puntiglioso.
-Va bene, proviamo anche questa. Però, a essere sinceri, penso che ormai il nostro bravo pioniere dello spazio abbia deciso di entrare in pensione…
I due uomini lasciarono la stanza dirigendosi verso il laboratorio. Non nutrivano grosse speranze che quel metodo potesse effettivamente funzionare. Di certo non si aspettavano quello che accadde in seguito.

Madrid, Osservatorio Astronomico Nazionale
28 Aprile 2001 - 17:20 (GMT)

Ricardo Jimenez si alzò bruscamente dalla console sulla quale si era appisolato. Il monitor di fronte a lui mostrava una lucetta verde intermittente in un posto in cui non avrebbe dovuto esserci nessuna lucetta verde. Il computer stava emettendo un fastidiosissimo “beep” che lo aveva risvegliato senza troppi complimenti.
Una spia di quel tipo poteva significare soltanto una cosa: un segnale coerente proveniente dallo spazio profondo. E Jimenez sapeva che soltanto un oggetto poteva essere in grado di inviare un segnale di quel tipo, un oggetto di cui si erano perse le tracce otto mesi prima.
Fece qualche rapido controllo ma tutti i dati sembravano nei parametri: il segnale proveniva da 7,29 miliardi di miglia dalla Terra e aveva viaggiato per quasi 22 ore prima di far accendere quel “beep” e quella lucetta verde.
Il Pioneer 10. Era decisamente lui.
A quest’ora lo avevano certamente captato anche di sotto, al centro monitoraggio principale del radiotelescopio. Alzò il telefono e si mise subito in comunicazione con il suo superiore.
-Dottor Henriques, ce l’ha anche lei sul monitor?
-Lo abbiamo appena visto, Ricardo. È il P10, non ci sono dubbi. Chi l’avrebbe mai detto?
-Ho già inserito i dati della trasmissione nel CoDec. Vuole avvertire la NASA immediatamente?
-Aspettiamo di avere le prime letture, almeno sapremo cosa dire loro.
-D’accordo, mi metto subito all’opera. C’è uno strano segnale sotto al flusso di dati, come una frequenza aggiuntiva che non ho mai visto prima.
-Davvero? Beh, l’apparecchio è piuttosto vecchio, può anche darsi che si tratti di dati incoerenti. In ogni caso controllali per bene, mi raccomando. E in fretta, non c’è tempo da perdere.
-Certo dottore. - Il giovane astronomo si mise all’opera di fronte a tre monitor, armeggiando su una tastiera.
Qualche minuto dopo un Ricardo Jimenez piuttosto pallido entrò nell’ufficio del dottor Henriques con un tabulato in mano. Senza profferir parola lo porse al suo superiore come se volesse sbarazzarsene rapidamente.
Il dottor Henriques diede una scorsa alle cifre e alle lettere dei diagrammi stampati sul lungo foglio di carta e poi guardò Jimenez con aria interrogativa.
-In fondo… guardi in fondo. - Si limitò a dire quest’ultimo.
Henriques prese l’ultimo foglio e guardò una breve scritta che non faceva parte del flusso di dati principali.
-È quel segnale a cui accennavi prima? - L’altro si limitò ad annuire vigorosamente.
Il vecchio scienziato lesse attentamente la scritta e poi scosse la testa, attonito.
-Diavolo, - disse - questa non so proprio come la prenderanno a Washington!

Washington D. C. - Quartier Generale NASA
29 Aprile 2001 - 14:50 (GMT)

-Un segnale extraterrestre? È sicuro di quello che sta dicendo? - Harvey Coulthard, segretario particolare del Presidente degli Stati Uniti d’America aveva gli occhi sgranati e sentiva improvvisamente un gran caldo nella stanza.
-Assolutamente, signore - rispose Barry Basher - abbiamo ricontrollato i dati dozzine di volte, chiedendo la collaborazione di tutti i radiotelescopi del globo terracqueo. Non è uno scherzo e non ci possono essere errori.
-Miodio, volete dirmi che qualcuno ha usato la portante del P10 per inviare un messaggio sulla Terra?
-Esattamente.
-Devo avvertire all’istante il Presidente, il Congresso, il Pentagono… - L’agitazione di Coulthard sfiorava l’isterismo. -Non è una cosa da prendere sottogamba… Potrebbe essere una dichiarazione di guerra, l’inizio di un’invasione su vasta scala!
-Ehm… non proprio, Signore.
-Avete tradotto il messaggio?
-Sì, è scritto in un codice matematico tale per cui siamo riusciti a estrapolare facilmente i concetti di base… In pratica è come se gli extraterrestri ci avessero fornito una Stele di Rosetta con cui interpretare…
-Non mi interessano i dettagli tecnici, mi perdoni. Si può sapere, in sintesi, cosa dice e basta?
-Beh, ecco… Lo può vedere con i suoi occhi.
Basher accese un monitor e premette alcuni pulsanti su una tastiera colorata.
Sullo schermo comparve l’ultima parte del messaggio inviato sulla Terra dal Pioneer 10:

Da: Ufficio Controllo e Vigilanza
A: Governo degli Stati Uniti d’America, Sol 3
Oggetto: Riparazioni e Accertamento d’Infrazione
Data standard: 05510110 - 0198:223

Gentili signori,
Siamo spiacenti di informarvi che il vostro mezzo ha subito un guasto tecnico che siamo stati in grado di riparare su una delle nostre stazioni di rifornimento in orbita attorno al vostro sistema solare.
Il satellite da voi inviato ha inoltre oltrepassato una zona a traffico limitato, infrangendo svariate norme del codice di navigazione interstellare.
Vi inviamo, pertanto, questo accertamento con i dettagli delle spese e delle sanzioni amministrative.
Distinti saluti.

Gmok T’Haran
Agente 08974 UCV - Settore Sol

Coulthard rimase a bocca aperta.
Riuscì soltanto a sussurrare: -Oh, santo cielo. Voglio proprio vedere in che nota spese l’amministrazione riuscirà a infilare questa!

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