Le Ferie

August 24th, 2003 by BlueJeans

Parenti, sagre paesane e altre amenità…

I primi giorni di ferie a detta di tanti sono i migliori, non solo perché si ha uno stacco netto con il lavoro ma anche perché non se ne intravede ancora la fine.
Per me non è così.
Tutte le volte che torno in terra natia, i primi giorni vengono dedicati all’assalto di casa mia da parte dei parenti per i saluti di rito, cosa a cui sinceramente farei a meno, ed essendo qui cultori della famiglia numerosa, un po’ come la panchina lunga, di parenti c’è ne sono in abbondanza. L’albero genealogico della mia famiglia credo che assomigli più ad una foresta che ad un albero vero e proprio.
Quindi mi tocca incontrare parenti che vedi solo in occasioni nefaste come funerali e matrimoni.
I miei genitori, che mi amano e mi vogliono bene (o almeno così credevo), hanno deciso all’unanimità di ergermi come ultimo baluardo della loro privacy contro i parenti più angoscianti, quelli che ti si insediano in casa come cavallette e che amano parlare di temi squisiti come la morte, gli incidenti, le malattie e cose così.
Ieri s’è ne presentato uno sotto casa nostra. Credo il peggiore di tutti, accompagnato dalla moglie.
Una di quelle coppie pudiche e benpensanti, per me un boccone prelibato.
Mia madre: “Digli che non ci siamo e che torniamo stasera, ma mi raccomando vedi di essere gentile ed educato, non come tuo solito”.
Bj: “Non ti preoccupare, ci penzo io”.

Suona, vado ad aprire mentre mia madre si nasconde negli angoli più bui della casa.

Parente: “Cuggino, come state, tutto bene?”
Bj: “Ah ciao, tutto bene”
Parente: “e i Cuggini sono in casa?” (riferendosi ai miei, che per una sorta di parentela strana sono cugini anche loro)
Bj: “Sì, sì… credo che stiano facendo del sesso sotto la doccia”

A questo punto sento la risata isterica di mia madre provenire dai meandri della casa e vedo il volto della moglie del parente sfumare verso un colore porpora.

Parente: “Ma, mi è sembrato di sentir ridere…”
Bj: “Beh il sesso può essere divertente a volte, papà ha una certa età ma sono sicuro che ancora sa il fatto suo.”

Adesso la moglie del parente sta controllando la qualità della pulizia delle proprie scarpe.
Parente (evidentemente in shock): “Allora torniamo in un altro momento…”

Credo, questa volta, di aver battuto ogni record, sono riuscito a liberarmi di un pericoloso attentatore della meritata tranquillità vacanziera in meno di due minuti.
In conclusione, ho dovuto legare mia madre sul divano in preda a spasmi da riso, prima che si facesse male.
Mio padre mi ha giurato che questa volta regoliamo i conti una volta per tutte, non che la cosa mi preoccupi solo che lo sto sentendo trafficare nel vecchio capanno di mio nonno, dove una volta teneva il fucile da caccia…

In altri, sconfortanti, aggiornamenti vacanzieri…

In qualsiasi località balneare che si rispetti, non si capisce bene perché, ogni anno il comune, la provincia, il baretto sotto casa si ostinano a organizzare manifestazioni per ravvivare l’estate dei vacanzieri, con ospiti d’onore come il fratello del portinaio del sottosegretario o il cugino del giornalaio dell’attore, con premi che possono andare dal chilo e mezzo di mortadella fino alla fornitura annuale di frittole.
Ieri sera mi sono imbattuto in una manifestazione di questo tipo.
Passeggiavo sul lungomare di Reggio Calabria (notate la città perché è molto importante), quando sento gracchiare una voce metallica proveniente dalla spiaggia sottostante, essendo un animale curioso mi sporgo.
Lo spettacolo che mi si proponeva davanti era questo: megaschermo a ridosso del mare, palco in legno sottostante, platea di uomini in doppiopetto con cravatta e prelati di vario tipo seduti su poltrone in pelle bianca. Vista la temperatura del luogo e l’abbigliamento si sono decimati prima della fine della serata, ma nessuno se ne sarà accorto fino al giorno dopo per l’odore.
Ma la vera protagonista assoluta era la presentatrice. Una velina ingrassata, truccata come un panda, con i capelli ultracotonati, (credo che solo per la sua acconciatura il buco nell’ozono sia cresciuto di un buon 10%) che dimenava le anche cercando di far morire i superstiti della prima ondata di infarti.
Estasiato dal quadro generale che mi si proponeva non mi sono soffermato in verità a capire chi o cosa stessero premiando fino a quando la nostra velina ha annunciato (provate ad immaginare la signorina in questione che con un pesante accento calabro che cerchi ostinatamente di parlare in italiano): “E adesso come miglior colonna sonora, dall’om…dall’om…”
(voce fuori campo proveniente da dietro lo schermo) “OMONIMO!!!“.
“…Ah sì… Omonimo film di Franziz Forch Coppola… IL PADRINO”.

A detta dei più grandi comici l’umorismo migliore è quello involontario.
All’organizzatore della manifestazione, per l’ autoironia o demenza da caldo assiduo (scegliete voi).

Un sentito ringraziamento per la gustosa serata.

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