Stephen King, Charlton Heston e GTA

April 7th, 2008 by abietto

Ieri Pier Online (mi raccomando, con lo spazio, che sennò s’incazza), ha scritto un post commemorativo in occasione della morte di Charlton Eston, e ha ricordato come egli sia stato importante dal punto di vista artistico nella creazione di autentiche icone del cinema americano, ma anche un pacifista contestatore anti-Vietnam, un sostenitore delle associazioni dei diritti civili e il presidente della NRA (la “National Rifle Association”, un’importantissima associazione americana che costituisce la punta dell’iceberg della lobby americana di produzione e distribuzione di armi da fuoco). Il mio esimio collega e co-poster ha dichiarato che l’intervista fatta da Michael Moore a Heston nel film “Bowling for Columbine” è stata un colpo basso, un vigliacco attentato al già provato equilibrio mentale dell’attore, affetto da Alzheimer e demenza senile. Ho risposto con un commento sul suo sito, ma dopo aver letto altri interventi interessanti su Internet mi sono convinto che l’argomento meritasse un post a sè e qualche parola in più. In America, come molti sanno, procurarsi delle armi da fuoco e delle munizioni non è molto difficile (le legislazioni variano, naturalmente, da Stato a Stato). Questo significa che nella stragrande maggioranza delle case americane c’è almeno un fucile da caccia o un revolver per “difesa personale”. Moore pensa che tutto ciò non serva affatto a difendersi o a esercitare le proprie libertà costituzionali, ma che sia un’abile manovra mediatica e commerciale da parte delle grandi multinazionali produttrici di armi da fuoco per creare un indotto elevatissimo, aumentando il proprio giro d’affari e il proprio fatturato a dismisura. Egli afferma che le associazioni come la NRA e le suddette multinazionali non si occupino affatto delle conseguenze di questa vendita indiscriminata di pistole, fucili e armi automatiche, e protesta contro il fatto che un teen-ager possa tranquillamente entrare in un Wal-Mart, in molti Stati, ed uscire con una Glock e un caricatore pieno. Contro la NRA ci sono naturalmente molte iniziative e proteste, e se anche Moore ha ecceduto in cattivo gusto durante la sua intervista a Heston, lo ha fatto per uno scopo che riteneva più importante, e cioè denunciare il fatto che (ad esempio) il presidente di tale associazione, che difendeva gli interessi della stessa e faceva pubblicità ai suoi scopi, anche come figura mediatica di monumentale importanza, era un vecchio rincoglionito, probabilmente a sua volta strumentalizzato o comunque non nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. In questo non è stato probabilmente né il primo né il più originale a scagliarsi contro questa politica permissivista americana, ma certamente è stato uno di quelli maggiormente criticati e più in vista negli ultimi anni. Ma attenzione: ci troviamo anche nella stessa società dove i Cristiani integralisti vogliono insegnare la “teoria” del creazionismo nelle scuole pubbliche e private durante l’ora di Scienze, nella società in cui tali associazioni religiose influenzano pesantemente il voto di migliaia di persone e fanno da agenti moralizzanti contro ogni forma di violenza, a loro parere, eccessiva o indebita. Lo stesso Paese in cui le associazioni di genitori e di consumatori, nonché molti politici che vogliono mantenere il cadreghino e rafforzare le proprie basi elettorali, si lanciano in crociate demagogiche prive di qualsiasi senso logico che fanno presa sull’ignoranza, sulla superficialità e sulle paure dell’americano medio. Nello stesso Paese in cui un malato di Alzheimer per anni fa pubblicità a una multinazionale della morte, affermando di essere coerente e di difendere le libertà costituzionali dei cittadini americani, ci sono disegni di legge per vietare la vendita e il noleggio di videogiochi come GTA San Andreas o Resident Evil ai minori di diciotto anni. Un Paese in cui un sedicenne, di conseguenza, non può assolutamente sparare agli zombie con un’arma giocattolo di plastica davanti alla TV, ma può acquistare un’arma di metallo reale con proiettili reali al supermercato. Questo paradossale e assurdo divario ha recentemente spinto anche lo scrittore di Bangor Stephen King, che più volte è stato attaccato in prima persona come “corruttore di menti giovani”, a scrivere un commento sul noto portale giornalistico americano EW.com. Ne riporto soltanto uno stralcio, cercando di rendere il senso in una rapida traduzione:

“Quello che mi fa davvero diventare matto è quanto i politici siano inclini a usare la cultura popolare (non solo i videogiochi ma anche la TV, i film e persino libri come quelli di Harry Potter) per i loro fini. È facile, per loro, probabilmente anche divertente, perché sono argomenti che scatenano sempre molto clamore. Inoltre, questo permette ai legislatori di, per così dire, ignorare gli elefanti in salotto. Il Primo Elefante è il sempre crescente gap tra i ricchi e i poveri in questa Nazione. Il Secondo Elefante è l’amore quasi patologico dell’America nei confronti delle armi da fuoco. È stato fin troppo facile per i critici affermare che Cho Seng-Hui era un fan di Counter Strike (cosa non vera, tra l’altro). - Cho Seng-Hui è un ragazzo responsabile di una strage. Purtroppo i legislatori non sono stati altrettanto inclini a sottolineare che il ragazzo non ha avuto alcun problema a ottenere una pistola semiautomatica 9mm. Cho ha usato l’arma in un attacco che come risultato ha avuto ben 32 morti. Se avesse avuto a disposizione soltanto una pistola di plastica di un videogioco, non avrebbe potuto nemmeno uccidere se stesso. Caso chiuso.”

Le contraddizioni nella nostra società sono molte, e in America sono ancora più accentuate poiché, per così dire, è il “Centro dell’Impero”, la nostra Coruscant locale. E, talvolta, la frustrazione fa fare cose eccessive e spettacolari. Ma continuo a pensare che Moore non avesse tutti i torti.

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3 Responses

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  3. David

    Sarà, ma Charlton Heston è stato un attivista per i diritti civili e marciava con Martin Luther King quando Michael Moore aveva ancora bisogno di farsi pulire il naso da mammina.
    Ora per la Hollywood “liberal” è facile farsi paladina dei diritti delle minoranze, visto che il pericolo di pigliarsi una manganellata sul naso accuratamente rifatto non c’è più. Il problema negli USA non sono le armi (ce ne sono altrettante pro capite in Svizzera, se non di più) ma il divario sociale che è parecchio più pericoloso di qualunque Glock.
    Anche perchè non ha la sicurezza a livello di impugnatura…

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