Cinque storie per dormire tranquillamente

July 10th, 2008 by abietto

Qualche anno fa avevo scritto un articolo su sette storie per non dormire, sette film horror particolarmente interessanti ed efficaci. Se, invece, avete problemi a prendere sonno in queste calde e afose giornate estive metropolitane, posso consigliarvi cinque film che, senza alcun dubbio, produrranno in voi un benefico effetto soporifero e calmante.

Hayden Christensen in AwakeAwake
Paradossalmente, il primo film si intitola “sveglio”, e non si riferisce al carattere del protagonista. L’Hayden Christensen di Feneriana memoria, già protagonista di un dimenticabile “Jumper”, gioca la carta del thriller psicologico dai molti colpi di scena. Il film, oltre alle succitate proprietà sedative, ha un pregio notevole: dimostra senza ombra di dubbio che tutti quelli che hanno affermato “Ah, ma Christensen è bravo, è Lucas che non è capace di dirigere i suoi attori!” dicevano una marea di cazzate. Lucas è sicuramente scarso nella direzione dei suoi attori, ma Christensen è altrettanto scarso come attore drammatico. In questo film, in cui gliene succedono di tutti i colori, mantiene una placida espressione da Billy dell’Ikea per le due noiosissime ore di trama scontata. I colpi di scena sono telefonati a distanze siderali, la regia è svogliata e il casting assolutamente superiore alle necessità di un filmucolo che avrebbe scatenato l’ilarità di qualsiasi Dylan Dog Horror Fest. La sensazione di “già visto” scorre potente in questa pellicola.
Equivalente sedativo: Una tazza di camomilla

L\'assassino con la maschera da... Boh!Boogeyman 2
Diciamo pure che se avete deciso di spararvi questo sequel dopo aver visto il primo film, meritate tutto ciò che vi capiterà durante la visione. La trama è inconsistente e vaga, raccontata in modo superficiale e con precisione spannometrica, i personaggi tagliati con l’accetta con la classica minchiata hollywoodiana tipo “quelli che sembrano cattivi sono buoni, quelli che sembrano buoni sono cattivi”, e per assicurarsi tale effetto il regista ha pensato bene di dare la parte dello psichiatra all’attore che interpreta il pazzo psicopatico della serie “Saw - L’Enigmista” (un’altra serie horror sopravvissuta abbondantemente alla sua utilità). Gli sceneggiatori hollywoodiani sono a corto di idee per le maschere dei mostri e degli assassini nei vari flick horror. Avendo già usato maschere da hockey, facce bruciate, fattezze del Capitano Kirk in plastica, maschere che riproducono “L’Urlo” di Munch, la maschera di V in un film che non c’entra niente con V e persino (giuro) maschere di amorini e putti ottocenteschi (chi non ha visto “Valentine” lo faccia), sono passati a maschere di maiali e mostri. Alcuni suggerimenti per il travestimento dei prossimi assassini seriali: maschera di Prodi, maschera di un Cubo di Rubik, maschera di uno stronzo di cane, maschera da abietto. In definitiva: un film inutile, noioso, scontato e mal realizzato.
Equivalente sedativo: un concerto di Gianluca Grignani.

Indiana Jones e la minaccia del sequel inutileIndiana Jones e i luoghi comuni della pseudo-archeologia
Da Von Daniken in poi, il mondo della pseudo-scienza è stato sommerso da testi in cui si afferma senza ombra di dubbio che Piri Reis e Ibn Battuta avevano scoperto Atlantide (o l’Antartide, o entrambe), che i peruviani giocavano a calcio con i velociraptor, che le piramidi sono state costruite in occasione di “Holiday on Ice”, che Gesù Cristo era un alieno e che mia nonna era un’astronauta. Per non essere da meno, Spielberg ha deciso di chiamare Lucas e di farsi rovinare un film già potenzialmente poco interessante. Ricordate la verve dei dialoghi de “I Predatori dell’Arca Perduta”? Il montaggio asciutto da film d’azione vecchio stile? L’assenza di effetti speciali eccessivi? La convinzione degli attori? Me lo auguro, perché qua non c’è traccia di nessuna di queste cose. Harrison Ford e company, riesumati dalla tomba mediatica in cui erano finiti (forse giustamente), recitano in modo svogliato e annoiato. Le sequenze d’azione sono lunghe, idiote, noiose e inconcludenti, la trama è più stronza del previsto e raccontata malissimo, con buchi di sceneggiatura degni di un prequel di Star Wars. C’era bisogno di rimettere mano a una trilogia che aveva già mostrato i suoi limiti con “L’Ultima Crociata” (praticamente, più che un sequel, un remake del primo film?). La risposta è nel potere sonnecchioso di questo inutile esercizio di stile degno di una fan-fiction di serie B.
Equivalente sedativo: una boccetta di Roipnol

E venne il giorno di dormireE venne il giorno…
…Che Shyamalan cambiò lavoro e andò a tirare la lima alla Breda. Almeno, questo è quello che ci si augura dopo aver visto questa colossale cazzata. Il “maestro” dei colpi di scena sembra aver completamente dimenticato le lezioni apprese (e impartite!) con capolavori indiscussi come “Il Sesto Senso” e “Unbreakable”. Qui di colpo di scena ce n’è uno, e viene dichiarato esplicitamente da qualsiasi personaggio passi davanti alla camera da presa fin dal minuto uno. Quando poi si scopre che, semplicemente, hanno tutti ragione, comprensibilmente, la sorpresa non è elevatissima. Un po’ come se nei primi dieci minuti de “Il Sesto Senso” uno dei personaggi avesse detto una frase del tipo: “Sai, secondo me Bruce Willis è un fantasma”. Capite bene che ciò possa rovinare un pochino l’atmosfera. Comunque c’è anche un altro colpo di scena: il protagonista che cerca per un’ora e mezza di essere vagamente credibile e alla fine non ce la fa. Per non parlare della storia che rappresenta una delle trame più insipide, vuote, superficiali e inutili dai tempi di “Signs”. Praticamente, tutto il film è un mediocre episodio di “Ai Confini della Realtà” tirato per il lungo e con un decimo del talento e della cura con cui si facevano quei vecchi show televisivi. Dicevano che Shyamalan era l’erede di Spielberg. A giudicare da “Il Teschio di Cristallo” e da questo film, avevano perfettamente ragione…
Equivalente sedativo: un’anestesia totale (non come quella di Hayden Christensen in “Awake”)

Vado a morire perché c\'ho i probblemiInto the Wild
Un ragazzino imbecille decide di far crepare di preoccupazione i due genitori piccolo borghesi perché litigano un po’ e scappa di casa. Raccontandosi una serie di cazzate pseudo new-age derivate da un sunto “Reader’s Digest” dei libri di Kerouac, si infila in un bus abbandonato in Alaska e, prevedibilmente, crepa come Jack Nicholson alla fine di Shining. Intanto, trova il tempo per diventare un esperto falegname, un esperto saldatore, un esperto cacciatore, un esperto esperto, nella miglior tradizione del ribelle “strong-jawed hero” ammérigàno, nonché un poeta dialettale di una sensibilità mostruosa che spara cazzate degne di un blog su MySpace su quanto lui è “contro” e antiborghese e anticonformista (ma fino a un certo punto: cioè, Dio esiste, intendiamoci, e la ragazzina figa che mi sbava dietro non me la faccio perché ho controllato sulla carta d’identità e compie diciott’anni solo dopodomani… Che sennò poi il pubblico bacchettone USA mi denuncia il regista e mi parla male dietro le spalle ai cocktail party). Raramente ho visto un distillato di luoghi comuni a questo livello di concentrazione, una tintura madre di stronzate new-age, un’essenza del perché i genitori avrebbero fatto bene a legnarlo molto più sonoramente con una Bibbia con la copertina in mogano. Un’ottima visione, comunque, se siete degli appassionati dei “Darwin Awards”.
Equivalente sedativo: morte cerebrale.

Posted in Film

5 Responses

  1. patemadanimo

    Recensioni geniali! Premio Speciale per il miglior pisolino a Into The Wild. Già le prime sequenze scatenano incredibili sbadigli. A messo in pericolo le qualità del mio divano nell’immediato dopo pranzo.

  2. gawain

    Cioè, ma anche indiana jones è una cazzata? Non si salva proprio nemmeno un po’? Non strappa neanche un 6 e mezzo? Ma no, che tristezza… Uhm, non è che l’Abietto, ormai cinefilo sosfisticato, non regge più i fumettoni? Cioè che il suo gusto si è evoluto troppo, ha ormai sbirciato dietro il sipario e ha perso il sense of wonder? Che in fondo un po’ banalotti certi film sono sempre stati… Mah, non so

  3. babi

    NOOOOOOOOOOO ma mi bocci anche into the wild!! :D
    A me era piaciuto….

  4. abietto

    Io cinefilo sofisticato? Il mio gusto si è evoluto troppo? Maddài… tra i film che mi sono piaciuti di più ultimamente ci sono stati [Rec] di Balaguero (una storia di zombie in presa diretta stile “Blair Witch Project”) e Cloverfield (stessa storia ma in HD e con il mostrone stronzo a Manhattan)… Non credo proprio! E se riguardi “I Predatori” vedi che è tutt’altro che banalotto… I dialoghi sono convincenti e brillanti, il montaggio è fatto bene, i personaggi sono più tridimensionali… Il fatto è che un certo gusto anni ‘80 per fare “seriamente” le stronzate si va sempre più assottigliando. E per quanto riguarda “Into the Wild”, dai… è veramente un insieme di luoghi comuni! Boh… francamente mi ha annoiato.

  5. gawain

    Peraltro ho girato il tuo post a un po’ di gente qui e il commento più sobrio è stato: il tuo amico è un genio. :-P

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