Il rassicurante calore di questi anni di merda

February 18th, 2009 by abietto

Un adagio post-sessantottino recitava “Dopo il freddo degli anni di piombo, godiamoci il calduccio di questi anni di merda”. Nulla potrebbe descrivere meglio l’ondata di reazionario riflusso ideologico che sta invadendo il mondo occidentale. Lasciamo perdere “la Casta” dei politici: per loro, dai tempi di Sparta e Atene, la demagogia e il far leva sulle più basse paure e insicurezze delle classi dominate è sempre stato un ottimo asso nella manica, quindi non deve stupire ciò che dichiarano di volta in volta, seguendo i sentimenti popolari per racimolare qualche voto e mantenere “il cadreghino”. Né deve colpire particolarmente la reazione della cosiddetta “intellighenzia” borghese, sempre pronta a lanciarsi in improbabili crociate contro inesistenti mulini a vento per apparire moralmente integra e irreprensibile, attaccando di volta in volta le più innocue sciocchezze come il Rock’n'Roll, i Giochi di Ruolo, l’invasione dei cosiddetti “Wiccan” o i libri di Harry Potter. Ancora meno deve risultare curioso o strano il già sopracitato “sentimento popolare” che talvolta lancia analoghe battaglie per paura, ignoranza, attaccamento a sciocche ideologie, e via di questo passo…
Invece, è giusto rimanere di stucco quando una categoria particolare, quella degli artisti, decide di sfruttare temi più o meno scottanti per vendere qualche copia in più poiché, in questo caso, il peccato è doppio e particolarmente subdolo e insidioso. Forse per questo sono rimasto alquanto perplesso sentendo la canzone di Povia a questa edizione del festival di San Remo (in cui gli unici momenti autenticamente interessanti dal punto di vista musicale si devono agli inserti decisi da Bonolis con citazioni dei Led Zeppelin, dei Queen e di altri Artisti).
Ma facciamo un passo indietro. Ci troviamo nel tempio della tradizione, nella massima espressione nazionale del potere delle Major, delle proposte fatte a tavolino appositamente per quel pubblico e per quel teatro… In poche parole, ci troviamo all’interno di un paradosso in cui anche i più sinceri e autentici artisti devono necessariamente scendere a patti con le aspettative del pubblico e proporre cose che, molto probabilmente, non avrebbero mai suonato e cantato se non fosse per il festival. Ci troviamo in un paradosso in cui un festival che dovrebbe rappresentare in modo realistico il panorama musicale italiano, in realtà, non lo rappresenta affatto. Se vogliamo “scioccare” il pubblico basta prendere come tema per la nostra canzone qualcosa di “scomodo” (o farlo diventare tale) o inserire un paio di “merda” e di “stronzate” nel testo e “vualà”, passiamo per artisti “non allineati” e “fuori dagli schemi” (perfettamente integrati negli schemi). Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.
Povia, quindi, decide di raccontare una storia. Una singola storia, non un commento sulla condizione di omosessuale, ma la storia di un singolo individuo che “era” omosessuale e poi incontra una ragazza e “diventa” eterosessuale, si sposa, ha dei bambini, trova il suo vero sè e, finalmente, è felice (mentre prima, da omosessuale, non lo era e intreccia una sordida relazione con un uomo molto più grande di lui). Il “colpo al cerchio e il colpo alla botte” è dato da un verso della canzone (”né malattia, né guarigione”) che, sentito il resto del testo, sembra appiccicato in fondo appositamente per rispondere a una serie di polemiche e preoccupazioni da parte dell’ARCI Gay e di altri.
Appiccicato in fondo, dicevo, perché per il resto la canzone esprime una visione e una posizione molto chiare che sono, ovviamente, molto diverse. Luca, il protagonista, è gay e crede in Dio, ma non nell’uomo, quindi evita di andare da psichiatri, psicologi, preti, stregoni o quant’altro, ma “cerca dentro se stesso” (come? Non si sa). Alcuni gli dicono che l’omosessualità è normale, ma lui studia Freud che è di altro avviso. Vero. Freud considerava l’omosessualità una nevrosi (anche se ha scritto molto e in modo molto critico anche verso se stesso nelle sue pubblicazioni) e quindi un disturbo, una deviazione, una malattia, qualcosa che “dev’essere curato” (ovviamente, con la psicanalisi). Povia, inserendo questa frase nella canzone, deve aver fatto imbarazzare molti analisti là fuori, poiché l’omosessualità è stata “depennata” dalle nevrosi trattabili con la psicanalisi soltanto una decina d’anni fa, dopo un lungo congresso internazionale della categoria. Ma se Freud aveva dei dubbi e se i freudiani ora la pensano diversamente, perché inserire questa frase nel testo? Per dare una parvenza di “copertura scientifica” alla tesi strisciante nel resto delle parole della canzone? Povia continua e presenta i risultati di questa “ricerca interiore” di Luca: sua madre è uscita direttamente da “The Wall” dei Pink Floyd e il padre era uno senza palle. I due si separano, il padre comincia a bere, la madre è sempre più soffocante e gelosa delle altre donne e gli consiglia di non sposarsi mai. Quindi (ovvia conseguenza logica) lui diventa gay e intraprende una storia di sesso e di dolore e infelicità con un uomo molto più grande di lui che sopperisce alla mancanza di una figura paterna. In questo modo, Luca cerca di “non tradire la madre”. Poi, però, a una festa, incontra una ragazza che, con atteggiamento tipicamente femminile, lo “capisce” e lo “accoglie”. Lui, quindi, diventa improvvisamente eterosessuale, si sposa, fa figli e finalmente trova la vera felicità sentimentale che, quando era omosessuale, gli era negata.
Ora, stiamo parlando di un singolo caso che è certamente possibile e verosimile. E non stiamo dando nessun giudizio sulla categoria intera degli omosessuali. Inoltre, c’è quel famoso verso appiccicato riguardo al fatto che non c’era nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Giusto?
No. Sorry, non basta una frase, messa apposta per accontentare l’ARCI Gay, per inficiare il messaggio più o meno insidiosamente nascosto in tutto il resto del testo. E il messaggio è che l’omosessualità *è* una forma di “disturbo” di qualche genere, con una causa precisa (mamma soffocante e padre assente) che può essere “curato” da una profonda ricerca interiore e, soprattutto, dal fatto di incontrare finalmente “quella giusta”. Un messaggio che viene spesso ribaltato al femminile… Quasi tutti i maschi sono convinti che una donna sia lesbica solo perché non ha ancora trovato l’uomo “vero” che “le faccia sentire” ciò che serve (assumendo, con una notevole dose di presunzione, di essere un’opzione migliore rispetto a un vibratore extra-lusso).
Anche solo il fatto di dover cercare una “causa” per l’omosessualità ha senso quanto ne ha la ricerca della causa dell’eterosessualità. Né più né meno. Mia madre e mio padre si sono separati quando io avevo circa un anno. Ho passato le mie, senza dubbio, però rimane il fatto che sono eterosessuale (salvo scoperte dell’ultimo minuto) e che il problema della mia identità sessuale non mi ha mai particolarmente preoccupato. Allo stesso modo, conosco molti omosessuali che hanno, nei confronti dei loro genitori, gli stessi identici problemi che hanno i miei amici “etero”. Non c’è nessuna “causa” per l’omosessualità, così come non c’è alcuna “causa” per l’eterosessualità. Sono fenomeni naturali… Se per “naturali” intendiamo “che accadono spontaneamente in natura” allora possiamo osservare atteggiamenti omosessuali e bisessuali in tutte le specie di mammiferi “superiori” e, guarda un po’, più o meno nelle stesse percentuali che riguardano la popolazione umana.
Perché, nonostante quello che possono dire i “teisti”, non siamo nient’altro che una delle altre specie animali che condividono questo pianeta con il resto della biosfera e, di conseguenza, rispondiamo in maniera statisticamente prevedibile alle “leggi di natura” che regolano gli altri animali sociali. Abbiamo le nostre particolarità, certo: i lupi non organizzano un Gay Pride… Ma rimane il fatto che esistono lupi che hanno atteggiamenti e comportamenti omosessuali, così come i delfini si organizzano per stuprare le delfine e gli scimpanzè uccidono i propri simili, talvolta, per puro diletto o incontrollabili scatti d’ira. Non siamo diversi.
Scrivere una canzone che ha questa morale strisciante (l’omosessualità è una devianza innaturale che deriva da carenze - o abbondanze - affettive, eccetera), nascosta sotto la giustificazione “è la storia di un individuo, una testimonianza reale” è quanto meno discutibile… La domanda è: perché scegliere proprio quella storia da raccontare e non altre? Quelle di coppie gay che hanno passato trent’anni insieme felicemente, ad esempio? O di omosessuali che sono stati presi e buttati nei forni crematori o nelle camere a gas insieme a comunisti, ebrei, zingari e dissidenti politici nei Lager, per fare un altro esempio? O del fatto che gli omosessuali vengono chiamati “finocchi” perché nel Medioevo quando si bruciava un gay sul rogo si gettavano sul fuoco dei finocchi per nascondere l’odore di carne bruciata? Mi sembrano storie altrettanto interessanti e degne di attenzione, capaci di trasmettere messaggi più sani e realistici. Le reazioni dell’ARCI Gay e di Roberto Benigni mi sembrano ampiamente giustificate. Come ha detto Grillini: “I gay non sono infelici in quanto gay, sono infelici in quanto continuamente stigmatizzati e criticati dalla società in cui vivono”. Più che altro, io credo, profondamente incompresi.
Va detto, comunque, che bisogna sempre lasciare il beneficio del dubbio a tutti. Se veramente Povia voleva soltanto raccontare una storia che l’ha colpito particolarmente, dobbiamo ammettere che l’ha fatto, almeno, con una certa classe e una certa professionalità musicale (una delle poche canzoni interessanti che abbia sentito durante la prima serata del festival, ad essere sinceri). D’altronde, Povia ha sempre avuto una politica piuttosto “furbetta” nei confronti del palco dell’Ariston… Sa bene quali temi scegliere, come alimentare le polemiche e far parlare di sè, in modo da vendere un sacco di copie e assicurarsi un’ampio passaggio radiofonico. Vedremo quando qualcuno, finalmente, proporrà al festival qualcosa di veramente coraggioso, come una canzone sulle tante “morti bianche” sul lavoro, sull’ignoranza e il pregiudizio che ancora imperversa nella nostra società verso le più disparate categorie di persone, sull’intolleranza e la presunzione del pensiero religioso, sul fatto che l’Italia è, di fatto, una teocrazia, su chi lavora senza gloria e senza grandi applausi per aiutare il prossimo in modo discreto e concreto, sull’ipocrisia di certi “preti illuminati di sinistra” che aprono comunità di aiuto ma poi non si vergognano di dichiarare, nelle interviste, che un prete pedofilo non andrebbe mai denunciato alle autorità competenti e alle Forze dell’Ordine, e via di questo passo. E perché non parlare, piuttosto, di tutti quegli omosessuali che, schiacciati dal giudizio sociale, si sposano e fanno figli e vivono una vita terribilmente infelice, casi decisamente più numerosi del presunto “Luca” della canzone di Povia? Insomma… Volete parlare di qualcosa di scomodo? Non avete che l’imbarazzo della scelta, in questo mondo e in questi rassicuranti anni di merda.

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Un sincero augurio

February 7th, 2009 by abietto

La povera Eluana sta per essere uccisa. Diciamolo, è la verità. Non solo è viva, ma a detta delle suore che l’hanno vista e curata in passato, apre gli occhi, sorride, stringe le mani, racconta barzellette e, in un paio di occasioni, interrogata sulla sua condizione di vegetale, ha affermato “Ma va là, non è mica niente, tranquilli.” Giustamente, il Vaticano e tutti i politici che sono altrettanto giustamente vicini ai sacri valori cristiani, fanno disegni di legge in tempo record per questa emergenza pericolosa e disumana. Per un attimo, viene da chiedersi come mai le Camere non siano mai state così celeri nell’affrontare questioni, apparentemente, altrettanto scottanti come l’imperante crisi economica, le discariche abusive, i proletari sottopagati (comunitari ed extra, in regola e non) che ogni giorno crepano sul posto di lavoro per la mancata osservanza delle norme di sicurezza e per il superlavoro a cui sono sottoposti… Ma questo accade solo per un attimo. Subito dopo, infatti, ci si rende conto che non si tratta della stessa cosa, che tali problemi non possono avere la stessa importanza, la stessa gravità. Insomma, qui stiamo togliendo l’alimentazione artificiale a una persona che, se si fosse fatta la volontà del Signore e se la Natura avesse seguito il suo corso, sarebbe morta diciassette anni fa! E queste cose non si fanno, non si può permettere a un libero cittadino di creare un simile precedente, di arrivare così vicini a quello spauracchio del nostro amorevole Gesù chiamato “eutanasia”. In fondo, la vita non è mica nostra, ci è stata data in prestito dal Signore e, di conseguenza, noi non possiamo farci quello che ci pare. Morire in una guerra con i fucili benedetti da preti, quello sì, ci mancherebbe. Essere stuprati dal prete della parrocchia a dodici anni, beh, può capitare. Ma evitarsi qualche anno ulteriore di dolore, umiliazione e frustrazione… beh, no, voi morite quando ve lo diciamo noi, non quando lo decidete per i cacchi vostri senza neanche un Padre Nostro o un’Ave Maria. E che è, stiamo scherzando? Quindi uniamoci al coro dei Cattolici che, senza la minima vergogna e, anzi, con il giusto orgoglio che deriva dalla Fede, vanno a manifestare sotto la clinica o fanno disegni di legge in Parlamento. E auguriamo a tutte queste persone di poter provare sulla propria pelle il martirio di Eluana, in modo da poter, finalmente, dimostrare al Signore fino in fondo quanta fortezza derivi dal dogma, quanta convinzione abbiano nello scagliarsi contro queste pratiche barbare e quanto siano pii, timorati di Dio e affidati alla volontà del Signore. Che ogni Cattolico contrario al protocollo che Eluana, sfortunatamente, sta continuando a seguire secondo i piani, possa passare diciassette anni in stato catatonico, legato a un letto d’ospedale, a totale carico dei propri familiari, provati fino all’inverosimile da una tale tragedia umana, senza la possibilità di mangiare o di bere, di orinare o defecare, senza poter difendere la propria dignità umana… Con ancora una vita, ma senza nessuna qualità di vita da difendere. Senza mente. Senza corpo. Senza nulla. Auguriamo a ogni Cattolico di provare fino in fondo la propria Fede trasformandosi in Eluana e sacrificandosi per la Società Civile, dando il buon esempio e immolandosi al Signore, secondo quei sacri valori di abnegazione e amore per la vita che sbandiera in piazza, nei TG, nelle Camere del Governo, nelle parrocchie e su internet. La vostra è una causa giusta, ne ho la certezza totale.

A meno che…

A meno che questo caso non venga strumentalizzato per fini politici e istituzionali. Ma no, ma cosa andiamo a pensare? Quale mostro disumano, privo di qualsiasi basilare emozione da Homo Sapiens, scevro da qualsivoglia empatia verso il suo prossimo, si metterebbe a strumentalizzare per scopi propri una simile tragedia? Quale forza politica alienata dal vivere civile potrebbe pensare di sovvertire i processi democratici e di annullare sentenze della Cassazione per destabilizzare la magistratura? Quale leader di Partito potrebbe mai pensare a un orrore simile? Quale premier sfrutterebbe una tale situazione per togliere fiducia al Capo dello Stato sfiorando l’impeachment? Certamente nessuno è tanto contorto, morboso e psicotico da pensare che questa potrebbe essere una linea di condotta politica accettabile. E difatti non può essere così. D’altronde, essendo in uno Stato di Diritto, una sentenza della Cassazione non può essere modificata da niente e da nessuno, tanto meno dagli altri poteri istituzionali. Ed essendo in uno Stato Democratico, abbiamo un’opposizione che si dice “di sinistra” e che ha logiche opposte a chi sta al governo! Sicuramente tale opposizione potrà, per l’appunto, opporsi… A meno che anche l’Opposizione non sia l’altro lato della medaglia, il leader della parte scura che, tolta la barba, scoprì sul mento quella vecchia cicatrice. Perché, dopo tutto, votare è l’arte di scegliere tra un cancro al fegato e una metastasi maligna in sede epatica. Eppure, ancora esistono molte persone convinte che ci siano differenze…

Eluana è circondata dai suoi familiari, dalle persone che l’hanno aiutata, curata, accudita, amata e supportata più di quanto abbia fatto chiunque altro. Chiunque altro. Affermare che queste persone la vogliano uccidere è un insulto talmente profondo e disgustoso che non dovrebbe meritare commenti, in un mondo in cui sia rimasto un briciolo di buon senso, ma solo l’indignazione generale. Non siamo in un tale mondo e i commenti, di conseguenza, sono tristemente necessari. Lasciate stare quelle povere persone che hanno sofferto quanto voi non potete nemmeno lontanamente immaginare.
C’è solo da augurarsi che la famiglia Englaro, nei prossimi giorni, venga circondata unicamente da un affettuoso, comprensivo, tollerante e caloroso Silenzio.

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Buffy

January 30th, 2009 by abietto

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Powder all around!

January 7th, 2009 by Viviolas

Alla faccia del riscaldamento globale, questo inizio 2009 si presenta sotto i migliori auspici, regalandoci nevicate copiose sia in montagna che in città, come non succedeva davvero da tanti anni.
Ho passato il capodanno a casa di amici a Chiesa in Valmalenco, in cerca di “polvere bianca” peggio di un drogato in crisi di astinenza, peraltro rimanendo mai sazio… e finisco per ritrovarla anche qui, fuori di casa, dopo due giorni di nevicata che ha cambiato pesantemente il paesaggio come solo la neve sa fare.
L’effetto collaterale di tutto questo è che poi da certe aree questa neve va levata, e spesso lo si deve fare a colpi di pala… ma siccome questo manto nevoso si presenta in modo splendidamente polveroso, ho avuto una piccola illuminazione ed ho pensato di risolvere la questione in modo più… originale, sicuramente divertente, e perchè no anche impegnativo!

Ad ogni modo, dopo la mia spolverata, stamane la vista dalla mia finestra si presentava così.
Oggi nel primo pomeriggio, se non si mette a piovere come sta minacciando un po’ di fare, ho in programma un’escursione giù al Ticino, nel cuore del Parco, ovviamente con attrezzatura telemark ai piedi.
Ho intenzione di fare un bel po’ di foto che, nel caso, penso che vi mostrerò con un post apposito.

W la neve!

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Sorry

January 2nd, 2009 by abietto

L’anno nuovo non comincia nel migliore dei modi per ASN, come alcuni di voi avranno notato, ma il problema è stato risolto e ora siamo di nuovo qui! Ancora un ringraziamento per tutti quelli che sono venuti all’ultimo concerto dei SK e che mi hanno mandato tanti commenti e messaggi positivi, affettuosi e incoraggianti. Ci siamo davvero divertiti e ci tengo a ricordarlo anche in questa sede. Un saluto anche a tutti gli amici e i parenti che abbiamo visto e/o sentito durante questi ultimi giorni di festeggiamenti e cene che mettono a dura prova il sistema digerente e la mia simpatica pancetta da quasi quarantenne. L’anno nuovo comincia nel migliore dei modi, invece, per il sottoscritto, con vecchi progetti che si portano avanti lentamente ma costantemente e nuovi progetti all’orizzonte che sembrano promettenti e molto, molto interessanti. Ovviamente, vi faremo sapere di più non appena ci saranno news concrete al riguardo.

Furthermore…
Oggi sono sceso con la mia dolce metà a fare la “seconda colazione” al bar (sì, siamo una coppia di schifosi hobbit). Uscendo per tornare a casa, noto una strana scritta fatta con un insolito spray dorato sul muro di un palazzo, all’angolo con la via dove abito. La scritta dice cripticamente:

Ilioupolis Lamia Byron Kareas 13

Sembra un messaggio in codice, nevvero? Sto facendo ricerche al riguardo. Per ora, ho scoperto che Ilioupolis è un sobborgo di Atene (nonostante l’apparente assonanza con “Ilio”, il nome originale di Troia, la traslitterazione moderna deriva da “Hilio” o “Helio”, e quindi significa “Città del Sole”. No, non ci vendono giochi per adulti e costruzioni in legno). La Lamia, a quanto ne so, è un altro riferimento alla Grecia e, in particolar modo, alla sua mitologia, essendo una creatura femminile vampiresca appartenente agli antichi miti. Byron potrebbe essere un riferimento a Lord Byron, poeta e scrittore romantico che (altro riferimento coincidente) ha vissuto, verso la fine della sua vita, proprio in Grecia. Non ho idea di cosa sia Kareas, né perché inserire il numero 13. Piuttosto intrigante, no? Se qualcuno di voi ha visto in giro scritte simili o ha suggerimenti per la “decifrazione” del messaggio, mi faccia sapere tramite i commenti. Nel frattempo… BUON ANNO! =)

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Facebook Xposting - Birthday Wishlist

October 25th, 2008 by abietto

Tra non molto sarà il mio compleanno e dato che ognuno di voi sentirà il pressante impulso di farmi un bel regalo (vero? ^__^), ma sarà imbarazzato dalle sue scarse finanze, considerato il periodo di recessione che stiamo passando, vi consiglio una simpatica alternativa al solito libro, CD o DVD: andate su DragonStore, un simpatico negozio online di modellismo e miniature, e scegliete una qualsiasi miniatura (o set di miniature) della Reaper Miniatures (serie “Dark Heaven Legends”, “Reaper Box Set” o “Warlord Miniatures”) oppure della Mongoose Miniatures (della serie “Starship Troopers”, in particolar modo gli Arachnid Warrior Bugs o l’Arachnid Tanker Bug). Si va dai 3 agli 80 e passa € (più, presumo, spese di spedizione) pagabili in carta di credito o PayPal, quindi è una wish-list decisamente adatta a tutte le tasche! Alternativamente, potete andare in uno dei due negozi Games Workshop a Milano e comprarmi un bel set di Tyranidi di vostra scelta (magari un “Hive Tyrant” o un “Carnifex”, eccetera), ma questa seconda opzione, tendenzialmente, è più costosa.
Non vi sentite già la coscienza molto più a posto? =)

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SMAG

October 21st, 2008 by abietto

Al CrepuscoloOkay, dire che per me questo è un periodo di merda è fare un complimento agli escrementi canini sui marciapiedi. Non sto a raccontarvi la rava e la fava… Diciamo solo che se mettete in un cilindro tutti gli aspetti principali della vita di una persona (che so, “soldi”, “lavoro”, “famiglia”, “salute”, ecc.), potreste estrarre tranquillamente un bigliettino a caso e avere la certezza che anche quell’aspetto stia facendo snowboarding su un K2 di pupù caduta di fresco (okay, a parte la vita sentimentale, eccheccazzo). Però c’è da dire che oggi sono successe due piccole, stupide cose, di quelle che ti fanno pensare che, dopotutto, può ancora darsi che l’universo si sviluppi in modo adeguato. Per motivi che non sto a raccontarvi per non tediarvi più di quanto già non faccia con i miei blabla filosofico-morali, oggi dovevo andare a Varese in treno. Non è particolarmente scomodo o lungo, come viaggio, quindi okay, però non ero certo nel migliore degli stati d’animo. Arrivo a Porta Garibaldi con mezz’ora di anticipo ed entro in una libreria dentro la stazione (baideuei, Porta Garibaldi non è una stazione ferroviaria con dentro qualche negozio, è più che altro un mega-mall in stile americano nel quale, incidentalmente, ogni tanto passa un treno). Beh, cosa mi vedo appena entrato in libreria? Una bella copertina nera con un teschio e il magico nome del grande Re del Brivido con una nuova, sana, cara, vecchia raccolta di racconti. Tiro il primo sospiro di sollievo da un bel po’ di tempo a questa parte ed esco con la mia orgogliosa copia (sono già a metà).
A Varese, fatto ciò che devo fare (ancora una volta, non vi tedio con i dettagli ma vi dico solo che l’operazione prevedeva uno Zeppelin, sette tonnellate di gelatina verde, dodici marinai norvegesi, un nano da circo e degli scheletri danzanti) mi appresto a visitare un simpatico negozietto di modellismo che ho trovato ivi (dove? quivi! - TMReddKaa). Giungo in loco e le mie fosche pupille leggono demotivate la notizia che in settimana il simpatico negozietto pratica l’agilissimo orario “17:30-19:15″, talmente ovvio e diffuso da farmi pensare, in un primo momento, che si tratti della chiave di una sciarada presa direttamente da “La Pagina della Sfinge” della Settimana Enigmistica. Noto all’interno una certa confusione che, l’ultima volta, non c’era affatto e mi dico: “Boh… Peccato… Il libro di King a inizio giornata mi aveva fatto ben sperare. Se il negozio aprisse sarebbe un ulteriore segno che il sole, prima o poi, squarcerà il velo di nubi…”. Dopo circa un minuto (il tempo di fumare una sigaretta mentre osservavo le miniature esposte in vetrina), il proprietario del negozio arriva trafelato dicendo che sta traslocando e spostando tutto il materiale in una nuova sede, poco più avanti nella via, e che certo, se voglio posso dare un’occhiata, anche se non è orario, tanto lui sta lavorando comunque, non ci sono problemi. Felice, lo aiuto a trasportare una cassettiera e mi metto a spulciare scatole di elfi, cavallerie celtiche e samurai. Getto l’occhio su uno scaffale di vecchia roba fantasy e vedo un “blister” di orchi Games Workshop buttato lì, senza scatola né altro. Prendo tutto ciò che mi serve, vado alla cassa (o quella che prima o poi diventerà la cassa del negozio) e gli chiedo: “E questi?” - “Ah, quelli… li abbiamo trovati qui dopo una giornata di dimostrazione di pittura che abbiamo fatto tempo fa, se vuoi te li regalo!”. E dopo tutto ciò, mi fa pure un ulteriore sconto sull’acquisto.
Beh… Che dire… A volte ho la sensazione che la vita sia un po’ come stare sulla sedia di una dentista strafiga che, mentre ti pratica il classico “Trattamento Maratoneta” ti fa il più bel soffocone mai provato. Un po’ spiazzante… Ma sicuramente non ci si annoia…

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C’è troppa Toscana

September 2nd, 2008 by abietto

Il Giardino dei SuoniNon ricordo più di preciso quanti anni erano che non andavo in vacanza. Non la settimana dai parenti che stanno in un’altra città o il weekend a casa di amici in montagna… Intendo una vacanza autentica.
Beh, quest’anno l’ho fatta e sono stato via un mese. Sono stato tra torri di ferro che vibrano e sculture che urlano, in concerti inaspettati tra i monti, tra voci familiari e suoni agghiaccianti, in minuscoli paesi di pietre e tra foreste di sassi impilati, all’interno di case folli, tra i sentieri di uno zodiaco fantastico degno di un’opera di Gaudì. Ho navigato sulle rotte dei mercanti etruschi e visto tramonti che tolgono il fiato, incontrato nuovi e vecchi amici e fatto l’amore tra le risa. E soprattutto mi sono deliziato in un’esplosione di gusti, profumi e suggestioni. Ho visitato nuove città e ho percorso curve a gomito da raddrizzare in linee rette su una mappa mentale.
Ma tutto questo è insignificante di fronte a un’altra meraviglia quanto mai rara: mi sono abbronzato.
E ora sono tornato, con voglia di scrivere e di raccontare, voglia di scrivere a penna su fogli di carta poesie e canzoni, voglia di rimettere i polpastrelli sulle corde di un’acustica, voglia di tornare dietro a un microfono e di incidere i miei pensieri. Ma sono tornato anche per scoprire dalla rete (piuttosto che da fonti meno fredde e impersonali) cose spiacevoli e tristi che mi stringono alle budella.
Suppongo che la vita sia fatta anche di questo.

Quindi coraggio, sarà un lungo autunno. E non si sa mai bene dietro quale angolo si nasconde il prossimo giardino di meraviglie.

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Curiosa coincidenza

June 23rd, 2008 by Viviolas

Cercando tra la considerevole mole di CD che, mesi dopo il trasloco, ancora riempiono diverse scatole parcheggiate qua e là in giro per casa, mi è ricapitato tra le mani un album che non ascoltavo da molto, molto tempo: “Twisted Into Form“.
Un lavoro datato 1990 e firmato Forbidden, uno dei gruppi più significativi di ciò che fu il thrash metal della cosiddetta Bay Area, realtà per la quale citare nomi come Anthrax, Exodus e Nuclear Assault è cosa tanto ovvia quanto scontata, ma caratteristica di una corrente del metal che segnò in modo particolare la fine degli anni 80 ed un pochino anche l’inizio dei 90.
Non è affatto raro, ma anzi è una caratteristica abbastanza tipica, che il genere fosse onda portante di un messaggio comune di sfogo, denuncia, lotta contro il solito, maledetto, sistema.
Mai come in questo periodo riscoprire un album come questo, che tra l’altro fa fieramente parte delle indiscusse pietre miliari del genere, mi risulta così emblematico e quasi… conferma profetica, come fosse un: “ecco, poi non dire che non te lo avevo detto, io!”
Ripensando a quel ridicolo walkman bianco, tutt’altro che tascabile, con le cuffie dalle spugnette arancioni tipo “donuts” che usavo tenere al mattino nel tragitto tra la colazione e l’ingresso in classe, cercando di riprendere coscienza in treno avvolto nel mio fedele chiodo e all’ombra dei capelli che arrivavano quasi a toccarmi i gomiti, sfogliavo il booklet, dopo qualche pezzo che non manco di fischiettare a memoria così fedelmente che neanche l’avessi finito di ascoltare l’altroieri, e mi fermo sulla traccia #6: “R.I.P.”, rimanendo basìto.
In questo periodo in particolare, per svariati motivi tra i più diversi tra loro il cui elenco vi risparmio per pura magnanimità, sto meditando su molte cose.
Una di queste, forse banale agli occhi di molti, ma non così tanto per me, è questa sensazione di disagio profondo che la società in cui viviamo mi sta dando sempre più, a tal punto da cominciare a farmi desiderare *davvero*, e non solo sognare dicendo “sì sarebbe carino”, di mollare tutto e tutti e ritirarmi su qualche alpe lontana da Dio e dagli uomini, un po’ come quel genio incompreso del nonno di Heidi già fece a suo tempo.
Bene… il testo, come dicevo quasi profetico, è il seguente:


We’ve always been told to stand up tall
“Guard the nation”
This killing force that we have made, what for?
I am sickened by this attitude that plagues
The Mother Earth
It always seems that we’re all fighting
We don’t know what it’s worth

Close the door as they beg for more
Children cry as they’re left to die
See the tears running down their faces
See compassion is at end
Mother Earth is crying
Rest in peace… Peace!

Who can you believe? It’s never what it seems
Feel the anger
They’re tightening the vice, now who pays the price?
We will!
I am saddened by this selfishness and, “Who cares”
Attitude!
Put down your arms and stop this fighting
Save our Mother Earth

Close your eyes, say your last goodbyes
Self-destruct, we’ve run out of luck
See the lights turn to darkness
Realize there is no hope
The human race is dying
Rest in peace… Peace!

Desperate - Is what we’ve all become
Helpless - There’s nowhere left to run
Crushing - The spirit of mankind
Forbidding - What’s yet to come!

We’ve always been told to stand up tall
“Guard the nation”
This killing force that we have made, what for?
I am sickened by this attitude that plagues
The Mother Earth
It always seems that we’re all fighting
We don’t know what it’s worth

Who will drop the curtain
Who will end Earth’s history
No more “Happy ever after”
Rest in peace… Peace
Rest in peace -

Paul Bostaph e compagni lo scrivevano in vista del 1990.
In verità non lo avevo mai letto prima…
…ma vi sembra sia cambiato qualcosa dopo quasi vent’anni?

Ulteriore coincidenza: c’è la reunion dei Forbidden (purtroppo senza Bostaph…).
Suonano a Torino il 23 (questa sera!!) e a Bologna il 25 di Giugno.
Se potete… non perdeteveli.

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Si no perchè allora

April 18th, 2008 by ReddKaa

Perchè si, sai, allora L’abietto ha un blogs e se lo fa nuovo, con tipo le robe di wordpress figo ultima versione stescion uègon che ti mette le foto di donne nude da solo, e vede con un plaghìn se le tette delle tipe son vere o fatte col fotosciòp, che poi quelle le tiene, tanto è tutto silicone e il silicone ai compiùter ci piace. Allora l’abietto si fa il blogs nuovo perchè l’internets è bello e fa figo dire ci ho un blogs e sono un bloggser. Si, che però l’abietto una volta ci aveva un E/N, non un blogs, e un E/N non so cos’è ma mi sa di AC/DC che fan autogrill però mi ci piacciono cuando sono al Mulligan. Come, quando son al Mulligan? Eh, ma ogni tanto ci vengo a Milano. A milano ci vengo a fare le robe di raps, perchè io son un artista raps (macchè), però a milano ci sono altri raps e vince Milano. Che poi sonosco Fish (cuello vero, non il ciccio anglo che canta male, si è inutile che guardi male eh) e Fabri Fibra e son simpa. L’Abietto meno. Difatti rappa di merda.
Allora in cuesti giorni io son a Udine (la città più bella del mondo, se il mondo fosse Udine) al Far East Film Festival. Che è figòn. Per dieci giorni Udine (la città più cinese del mondo, se si esclude le altre) è piena di cinesi e giappi e filippi e diosacosa. Però son simpa, la lega è contenta, paga da bere, solo un giro però, son foresti, non si esagera, non è bel, poi si abitueno.
Io ci ò dato una mano a fare il bùching. Si che non è una roba brutta di porni. Che poi, brutta.
Hm. Dicievo. Ci ò portato un pò di musici, alcuni si, altri ci an detto nò e mi è dispiaciuto. Però ci son riuscito a portar come diggei AUIBBI’, che i saponi scrivono Howie B. Ci ha prodotto gli Udue, ci a prodotto Biorchk e altri famosoni. Mica come te. E tanto pure l’Abietto che ne sa tanta e sempre e io e io e pippippì e pippippì verrà nella Udine più famosa del mondo cuest’estate che ci viene anche Pòl Saimon in data unica italiana di Udine. Che se ci guardi le foto ultime sembra vecchissimo invece è vero. Cazzo se è ansiano.

Bene. Vado a divertirmi nella notte della città più Udine del mondo.
Che bene.

*SIGH*

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