Già

March 25th, 2009 by abietto

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Arte e Magia

March 9th, 2009 by abietto

“Allo scadere del mio quarantesimo compleanno, invece che annoiare i miei amici con una cosa mondana come una crisi di mezza età, ho deciso che sarebbe stato più interessante terrorizzarli diventando completamente pazzo e auto-dichiarandomi un mago. È una decisione che ha vecchie radici e mi è sembrata la conclusione logica della mia carriera di scrittore. Il problema con la magia è che, essendo per molti versi una scienza del linguaggio, bisogna stare davvero molto attenti a ciò che si dice. Perché, se improvvisamente vi dichiarate dei maghi senza alcuna consapevolezza di ciò che questo comporta, un giorno è probabile che vi svegliate e che scopriate di esserlo diventati. C’è molta confusione su cosa sia effettivamente la magia e penso che si possa fare un po’ d’ordine. Se prendete le prime descrizioni della magia, noterete che essa viene definita semplicemente “l’Arte”. Io credo che la definizione sia letterale. Credo che la magia sia arte e che l’arte, che si tratti di scrivere, di fare musica, di scolpire statue o di qualsiasi altra forma, sia letteralmente magia. Perchè l’arte, proprio come la magia, è la scienza della manipolazione dei simboli, parole o immagini, per raggiungere un cambiamento nella coscienza. Il linguaggio della magia parla della scrittura e dell’arte almeno quanto parla di eventi sovrannaturali. Un “Grimoir” (grimorio, NdT), ad esempio, cioè il libro degli incantesimi, è semplicemente un modo “strano” di dire “Grammar” (grammatica, NdT) e “cast a spell” (lanciare un incantesimo, NdT) significa semplicemente “to spell” (scandire le parole, NdT), per manipolare le parole e per cambiare la coscienza della gente. E penso che questa sia la ragione per la quale un artista o uno scrittore siano la cosa più vicina che abbiamo, nel mondo contemporaneo, a uno sciamano. E credo che tutte le “culture” siano derivate da un “culto”. In origine, tutti gli aspetti della nostra cultura, nelle arti o nella scienza, erano appannaggio dello sciamano. Il fatto che in tempi recenti questo potere magico sia degenerato al livello di divertimento da quattro soldi e di manipolazione è, a mio parere, una tragedia. Attualmente, le persone che stanno usando lo sciamanesimo e la magia per dare forma alla nostra cultura sono pubblicitari. Invece che cercare di svegliare le persone, il loro sciamanesimo viene utilizzato come un oppiaceo per tranquillizzarle e renderle maggiormente manipolabili. Con la loro scatola magica della televisione e con le loro parole magice, con i “jingle”, possono far sì che tutte le persone di un Paese pensino alle stesse parole e alle stesse cose banali esattamente nello stesso momento. In tutta la magia c’è un incredibile componente di linguistica. (…) Gli scrittori e le persone che si occupavano di parole erano temuti e rispettati come maghi. In tempi più recenti, penso che gli artisti e gli scrittori si siano venduti e si siano convinti della credenza comune che l’arte e la scrittura non siano altro che forme di intrattenimento. Non vengono più viste come forze trasformatrici che possono cambiare un essere umano, che possono cambiare una società. Vengono viste come puro divertimento, cose con cui possiamo riempire venti minuti o mezz’ora della nostra vita mentre aspettiamo di morire. Il lavoro degli artisti non è quello di dare al pubblico ciò che il pubblico vuole. Se il pubblico sapesse ciò di cui ha bisogno, allora smetterebbe di essere pubblico e diventerebbe l’artista. Il compito dell’artista è dare al pubblico ciò di cui ha bisogno. Quando facciamo il volere del nostro Vero Sè, stiamo inevitabilmente facendo il volere dell’Universo. Nella magia, questi due concetti sono indistinguibili. Ogni anima umana è, infatti, una singola grande anima umana, ed è l’anima dell’Universo stesso. Fintanto che fate il volere dell’Universo è impossibile fare qualcosa di sbagliato.”

Alan Moore - 2003
Tratto da The Mindscape of Alan Moore

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…E parlando di dogmi…

October 20th, 2008 by abietto

…Ecco dieci “miti” che quasi tutti danno per scontati e che, invece, sono semplicemente falsi. Siete pronti a mettere in discussione le vostre convinzioni? Bene, allora andiamo a cominciare…

1. I Lemmings si suicidano
La leggenda vuole che i Lemmings (roditori simili a topi), quando la popolazione supera una certa soglia, si gettino volontariamente da un dirupo per equilibrare nuovamente le cose. Pare che tale leggenda sia nata da un documentario in cui i ricercatori hanno spinto i roditori oltre un dirupo, e che poi si sia diffusa tramite il tam-tam delle credenze popolari. I Lemmings non hanno mai mostrato simili tendenze in ricerche appena un po’ più scientifiche.

2. Capelli e unghie continuano a crescere dopo morti
Ovviamente non è vero: se il corpo è morto e il flusso sanguigno è fermo, non c’è modo che questo accada. La leggenda nasce dal fatto che i cadaveri osservati dopo qualche tempo passato nella fossa, sembravano avere i capelli e le unghie più lunghi di quando erano stati sepolti. Il punto, molto semplicemente, è che si tratta della pelle che si raggrinzisce e si ritira, esponendo maggiormente peli, capelli e unghie.

3. Se tagli i peli con il rasoio, crescono più folti, duri e scuri
Anche questo non è vero, o meglio, è vero solo in parte. Non è che i peli crescano più duri o più scuri, è che i peli che avete già hanno passato giorni, magari settimane o mesi a prendere la luce del sole, schiarendosi leggermente. Inoltre, i peli hanno normalmente una punta più morbida, mentre appena tagliati di netto dall’affilata lama di un rasoio, hanno ovviamente un’estremità più netta. In ogni caso, non crescono più folti: il passaggio di un bilama non moltiplica magicamente i follicoli.

4. Le mantidi religiose mangiano il maschio dopo (o durante) l’accoppiamento
Questa cosa è accaduta soltanto in alcuni esperimenti di laboratorio dove, presumibilmente, la mantide femmina (più grossa e forte del maschio) non era adeguatamente nutrita. In natura è possibile che la cosa accada (per quanto molto, molto raramente) ma di norma la femmina non fa nulla del genere. Gli esperimenti condotti in condizioni non naturali hanno portato a pensare che questo comportamente fosse normale, mentre invece è una rara aberrazione.

5. Non bisogna toccare cuccioli selvatici sennò la mamma non se li riprende
Anche questo non è vero. Probabilmente si tratta di una “bugia bianca” messa in giro dai genitori per evitare che i bambini si mettano a toccare orsetti, coniglietti, piccoli di varie specie di uccelli caduti dal nido, e chi più ne ha più ne metta. La giustificazione è che la mamma possa sentire “l’odore umano” e quindi non riconosca più i piccoli. È una stronzata pura e semplice: se trovate un piccolo merlo caduto dal nido, potete riportarcelo con le vostre mani tranquillamente e gli salverete la vita.

6. La grande muraglia è l’unico monumento che si veda dallo spazio
In primo luogo, non è facile vedere la grande muraglia cinese dallo spazio poiché è fatta con materiali del luogo, del tutto simili per colore all’ambiente circostante (quindi, è improbabile riuscire a vederla anche da un’orbita bassa). In secondo luogo, non è l’unico monumento che si veda dallo spazio (perché non si vede) ma al massimo potrebbe essere uno dei tanti. Grandi autostrade, aeroporti giganti, basi militari con grandi aree piatte… Sono tutti spettacoli che si possono vedere tranquillamente. Un’altra versione dice che la grande muraglia sia l’unico monumento umano che si possa vedere dalla Luna. Questo è semplicemente ridicolo: dalla Luna si vede il globo terracqueo abbastanza bene, ma la Terra è decisamente troppo lontana perché si possa vedere un qualsivoglia monumento umano terrestre. Al massimo, si possono vedere le luci urbane delle zone più concentrate durante le ore notturne.

7. Usiamo solo il 10% del nostro cervello
Questa stronzata è stata perpetrata da anni da maghi, stregoni, profeti, indovini, “studiosi” new age, e chi più ne ha più ne metta. Noi usiamo sempre e comunque il cento percento del nostro cervello, ma non tutto per fare ciò che stiamo facendo in quel momento e non tutto contemporaneamente. Voler usare il 100% del cervello in un unico istante è come voler fare marcia indietro e ingranare la prima contemporaneamente… Semplicemente non ha senso. Alcune zone si attivano in certi casi, altre in casi opposti. Inoltre, gran parte del cervello serve alla gestione dei muscoli e della deambulazione, dell’interpretazione sensoriale ed emotiva, e altre funzioni automatiche dell’organismo. Se qualcuno vi dice una cosa del genere, non sa assolutamente un cazzo di neurofisiologia (o è in malafede), ergo siete autorizzati ad attivare il 10% del cervello che vi permette di ridergli in faccia.

8. Nei rubinetti l’acqua forma vortici orari o antiorari per l’effetto Coriolis
L’effetto Coriolis riguarda la rotazione terrestre e l’influenza che ha su lunghi periodi di tempo su enormi masse di liquidi (o di gas). Sebbene sia presente, a livello teorico, anche nell’acqua del vostro cesso quando avete finito di fare “il bisogno grosso”, la sua influenza è del tutto irrilevante. La direzione in cui viene gettata l’acqua dal rubinetto (o dallo sciacquone), le imperfezioni (microscopiche) nel lavabo e mille altri fattori, sono svariati ordini di grandezza più determinanti dell’effetto Coriolis.

9. Dopo aver mangiato, dobbiamo aspettare un’ora (o due o tre) prima di entrare in acqua
Questa invenzione genitoriale che ha afflitto generazioni di bambini (che l’hanno tramandata una volta diventati genitori) è talmente radicata che io stesso, pur sapendo che non c’è nulla di vero, ancora oggi aspetto un po’ di tempo tra l’ingestione di qualche cibo e l’immersione in un qualche liquido. Se l’acqua è gelata, allora si può avere una congestione, certo (ma questo accade anche se l’aria è gelida e facciamo una passeggiata), ma a parte questo, non c’è nessun motivo scientifico plausibile per continuare a credere in questa leggenda metropolitana.

10. Le piante in stanza sono pericolose di notte perché rubano ossigeno
A quanto pare, persino i medici hanno creduto per un bel po’ a questa idiozia (tant’è che in genere nelle camere d’ospedale non si usava portare o tenere piante verdi). È vero che di notte le piante assorbono ossigeno ed emettono anidride carbonica, ma è anche vero che una singola infermiera che passi a controllare il paziente che sta dormendo, fermandosi pochi secondi, ruba ossigeno equivalente a quello che potrebbe rubare la pianta in mesi di permanenza. L’ossigeno che le piante forniscono durante il giorno è ampiamente superiore e compensa qualsiasi “sottrazione” notturna. Ergo: tenere piante in camera da letto è sanissimo.

Alla prossima puntata de: “Le stronzate in cui credete senza saperlo”. Buon lunedì!

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Statistiche

October 10th, 2008 by abietto

Alcuni dati su cui riflettere. Molto spesso i “teisti” criticano l’atteggiamento agnostico o ateo dicendo che senza una guida morale “superiore” non si può far altro che scivolare nell’amoralità, nel relativismo opportunistico e nichilista. In poche parole: se non segui la morale sacra della Bibbia, non hai morale. Se non hai un punto di riferimento fermo e inamovibile, puoi sentirti in diritto di fare tutto ciò che ti passa per la testa, poiché non c’è alcun valore assoluto di bene e di male. Se ciò fosse vero, allora gli atei dovrebbero essere più inclini dei teisti a commettere crimini di vario tipo. Sfortunatamente per i fedeli, è vero il contrario. A parte che è sotto gli occhi di tutti che nessuno abbia mai pilotato un aereo dentro un grattacielo in nome dell’ateismo, né che nessuno abbia mai scatenato una guerra sacra in nome della non-esistenza di Dio, né è mai capitata in cronaca alcuna notizia riguardante un ateo “fondamentalista” o “integralista” che si fa saltare in aria come kamikaze portando con se dei credenti, a giudicare dai più recenti sondaggi condotti negli Stati Uniti, la verità è molto meno ovvia di quanto si potrebbe pensare.

Tutti i dati sono stati raccolti negli ultimi sei anni, e dicono che (almeno dichiaratamente) negli USA il 14,12% della popolazione si dice atea, agnostica, non credente, non religiosa, umanista o altre variazioni sul tema. All’interno delle carceri americane, però, soltanto lo 0,3% degli “ospiti” non ha una fede religiosa di qualche genere, lo 0,33% dei condannati a morte si dichiara ateo (e gli stessi dati, più o meno, valgono per il Canada, dove soltanto lo 0,1% della popolazione carceraria è atea). Vi lascio fare i vostri semplici calcoli proporzionali.

Come se tutto ciò non bastasse, tutti gli studi fatti nel corso degli ultimi vent’anni mostrano una chiara correlazione diretta tra educazione e abbandono della “fede”. Cioè, tanto più una persona va avanti negli studi, tanto più si alza la possibilità che non abbia alcuna fede religiosa o credenza sovrannaturale di sorta. Per intenderci, se la popolazione generale degli USA dichiara di essere atea al 14 percento circa, nell’Accademia Nazionale delle Scienze la percentuale di atei/agnostici sale al 93%.
Film come “Contact” ci fanno credere che più del 90% della popolazione terrestre creda in qualche forma di essere superiore, di demiurgo o di divinità, ma questo non è semplicemente vero. Carl Sagan era ateo e forse ha voluto esagerare i toni per i fini drammatici del romanzo (e dell’ottimo film che ne hanno tratto), cosa assolutamente legittima, ma le statistiche dicono diversamente: la percentuale di popolazione mondiale che non crede in alcuna forma di vita ultraterrena o di esistenza di divinità ed esseri sovrannaturali si aggira attorno al 27%. Ci sono due miliardi di Cristiani (di varie fedi e confessioni), circa un miliardo e trecentomila islamici, circa un miliardo e centomila atei, novecento milioni di induisti, 360 milioni di buddhisti, 225 milioni di taoisti, 150 milioni di appartenenti a culti tribali o animisti e circa 14 milioni di ebrei. Non male. Come a dire che se la popolazione mondiale fosse ridotta a quattro persone, una sarebbe atea. Avrebbe ben voce in capitolo, non credete? Allora perché quel miliardo di atei non sembra essere mai seduto ai tavoli delle trattative?

E giusto per chiudere questa illuminante carrellata di percentuali, sappiate che le dieci nazioni con la maggior percentuale di popolazione atea/agnostica sono: Germania dell’Est (88,2%), Slovenia (29,8%), Russia (27,3%), sorprendentemente Israele (25,6%), Olanda (24,10%), Ungheria (23,3%), Norvegia (14,9%), Gran Bretagna (14%), Germania Ovest (12,1%) e Nuova Zelanda (11,5%). Se togliamo i Paesi che sono stati sotto il “tallone di ferro” del Blocco dell’Est (dove tali dati possono essere un po’ deviati dalla pressione politica e culturale dello stalinismo), ci troviamo di fronte a Paesi dove la qualità della vita, della ricerca scientifica, l’aspettativa di vita, le percentuali di disoccupazione e di illetterati, la percentuale di delitti e di omicidi/suicidi, è decisamente positiva. Un dato su cui riflettere.

Un ultimo colpo basso alla logica del “niente Dio, niente morale” riguarda la percentuale di divorzi: gli ebrei divorziano nel 30% dei casi, i cristiani “convertiti” nel 27%, i cristiani “naturali” nel 24%, mentre gli atei solo nel 21%. Sempre più interessante, anzichenò.

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