Prendimi l'Anima
Scheda
Titolo Prendimi l'Anima
Autori Regia: Roberto Faenza
Info Cast: Iain Glen, Emilia Fox, Caroline Ducey...
Voti
Soggetto 70%
Scenegg. 80%
Interesse 80%
Complessivo
75%
Anima e Animus
Reckall :: Sun 16|02|03 ::
La locandina del filmIl contenuto del nuovo film di Faenza � ormai cos� noto a tutti che i poveri Jung e Freud si staranno rivoltando nella tomba, considerando i loro comprensibili sforzi per tenere nascosti gli eventi :o)
Nel 1904 al giovane dottor Jung (Iain Glen), non ancora "Junghiano", ma ancora legato a Freud, viene affidata una giovane paziente ebrea di origine russa, Sabina Spielrein (Emilia Fox), sofferente di "isteria e nevrosi". Per Jung � la prima seria occasione di applicare il "nuovo" metodo psicanalitico che lui e Freud stanno sviluppando. Ma poi accade qualcosa di inaspettato: dapprima Sabina si innamora di Jung, e poi lui, come trascinato in un gorgo inatteso, la ricambia (pur essendo sposato), dando inizio a una relazione che rischia di provocare uno scandalo intorno alla "nuova scienza". Alla fine Jung e Sabina si lasciano, la ragazza completa la sua cura presso Freud, torna in Russia e diventa ella stessa una delle pioniere dell'analisi applicata ai bambini - solo per vedere dapprima il suo lavoro represso dallo stalinismo e quindi la sua stessa vita terminare a causa della sua origine ebrea, in seguito all'invasione tedesca.

"Analizzare" (pun unintended ^_^) una pellicola come "Prendimi l'Anima" non � semplice. Il film, a mio avviso, ha due problemi. Il primo � che la pellicola non sembra decidersi se raccontare la prima parte o la seconda. Appare ovvio, almeno a me, che la relazione tra Jung e Sabina era MOLTO pi� interessante della didascalica e INCREDIBILMENTE PREVEDIBILE narrazione di cosa accadde alla ragazza dopo il suo ritorno in Russia (tra l'altro i documenti ritrovati negli anni '70 avrebbero permesso una descrizione pi� estesa e corposa del rapporto tra i due - descrizione che a mio avviso sarebbe stata resa ancora pi� interessante dal coinvolgimento di Freud - magari interpretato da Alan Arkin ^_^).

Emilia Fox nei panni di Sabina SpielreinAddirittura, il perdersi dietro le vicende di Sabina in Russia non lascia neppure lo spazio per farci comprendere esattamente *quali* fossero le cause delle sue nevrosi (se non vaghi riferimenti ai suoi rapporti familiari) e soprattutto *come* prima Jung e poi Freud definitivamente la curarono - saltando invece di un botto da una Sabina ancora palesemente malata che fa interessanti discorsi sulla vita su Marte, a una pimpante Sabina "ormai guarita" e fin troppo piena di vitalit�. La parte della decodifica del suo malessere interno e del suo cammino verso la guarigione che sarebbe stata certamente tra le piu' interessanti del film. (Visto che ultimamente se ne � parlato molto, si tratta di ci� che, per esempio, Tolkien fa magnificamente in una singola pagina de Il Signore degli Anelli, nei due dialoghi in cui il personaggio di Faramir riesce a portare alla luce di �owyn il profondo "male oscuro" della ragazza).

Il secondo problema, e qui spero di non rendermi inviso implicando cose che non intendo, � che si tratta in parte di un film per "iniziati" - ovvero di un film non pienamente comprensibile a chi non ha almeno un'infarinatura del pensiero Junghiano.
Jung, nel punto centrale del film, regala a Sabina la sua Anima. Nel pensiero Junghiano, l'"Anima" � la parte femminile della psiche maschile - una parte che l'uomo deve raggiungere se vorr� avere un rapporto pieno, completo e sensibile con l'altro sesso (nella donna la controparte maschile viene chiamata "Animus"). Tale raggiungimento, per�, talvolta � lungo, doloroso e pieno di insidie e false illusioni. L'"Anima pu� essere incarnata sia in un'ideale immaginario sia in una donna reale, e a questo punto possono accadere due cose: o essa diventa una "musa" (amore idealizzato), e il cammino di raggiungimento ha come "sottoprodotto" la creativit� (come Laura per Petrarca - ovvero il tentativo di incarnazione attraverso l'arte) oppure scoppia un amore reale che per� amore non �, ma solo il desiderio di raggiungere "l'altro s�" prima di essere infine pronti per il vero amore.

Jung e la Spielrein nell'ospedaleCosa sottende questa parte del film, che Sabina era in verit� l'"Anima" di Jung e Jung l'"Animus" di Sabina? Vari indizi lo fanno pensare: Sabina, staccatasi da Jung, ne rimane amica, si sposa poco tempo dopo, ha una figlia, e diventa molto "junghiana" nel suo aprire l'Asilo Bianco in Russia. Il film, purtroppo, taglia sulle conseguenze su Jung (inciso: tra l'altro non mostrandoci chiaramente come egli "guar�" e risolse il suo rapporto con Sabina, e lasciandolo cos� come "lo stronzo" - fatto che lascia saldamente incomprensibile perch� Sabina gli rimase amica). Sappiamo per� che la moglie lo perdon�, e che egli visse in seguito una vita affettiva felice nella quale l'arte e l'interpretazione della stessa (base del meccanismo di "proiezione" per cui la nostra interpretazione dell'oggetto in realt� parla di noi, e scena nel film molto "sabinesca") entrarono sempre di pi�.

Tutta questa possibile chiave di lettura del film, sia che sia vera, sia che me la sia immaginata io, inevitabilmente per� sfugge a chi appunto non conosce almeno le basi del pensiero di Jung. Diventa quindi facile cogliere di Prendimi l'Anima solo la superficialit� di un melodrammone di miglior collocazione televisiva che pare parlare solo di un medico che si innamora della sua paziente - in una versione laica del Padre Ralph di Uccelli di Rovo. Una mia amica, un po' altezzosa e armata delle sue tre lauree, su questo punto ha scrollato le spalle commentando: "Beh, certo, il popolino rischia di cogliere solo questo", ma io non sono affatto d'accordo: mentre sono il primo a oppormi a quei film che paiono strangolarsi nel tentativo di "spiegare la spiegazione", un film o qualsiasi altra opera dovrebbe comunque sempre contenere tutti gli elementi necessari da permettere a chiunque di coglierne i significati pi� importanti (magari anche dopo parecchia riflessione e commenti con gli amici - vedi Memento o Arancia Meccanica) - senza che lo spettatore medio debba vergognarsi per non essere in possesso di una laurea. E questo, purtroppo, la pellicola di Faenza non lo fa.

Ci� conduce anche a un'altra osservazione, paradossale ma vera: siamo nel 1904, la psicanalisi era agli inizi, tutto era sperimentale. I pericoli di un metodo che consisteva nell'entrare in intimo contatto con il paziente non erano completamente noti - e in verit� furono incidenti come questi a renderli noti! In sintesi, sia Sabina che Jung erano "soli": vessata da metodi di cura "tradizionali" lei, incapace di capire cosa gli stava accadendo e - soprattutto - senza nessuno a cui rivolgersi, lui. Pu� sembrare una battuta, ma era una triste realt�: Jung non poteva andare dall'analista, (e il film tra le altre cose omette purtroppo le sue incertezze nel rivolgersi a Freud, per timore di perdere il proprio status di "pupillo", cosi' come omette lo sforzo quasi cinico di Freud di soffocare lo scandalo per non compromettere la validit� della nascente scienza psicoanalitica, oltre che l'immagine del suo protetto). Lasciando nel vago anche questo aspetto del problema, Faenza a mio avviso non fa altro che rafforzare l'immagine dell'irresponsabile stronzaggine di Jung (il significato di una delle frasi per me pi� belle di tutto il film, Jung che, nel chiedere a Sabina di interrompere la relazione dice "Io ti ho compresa nella tua malattia... Ti prego, ora comprendi me nella mia..." risulta cos� avulsa dal contesto costruito intorno da parere null'altro che il classico piagnucolamento di serie B della consueta soap-opera preserale).

Un'ultima parola sugli attori principali: li ho trovati tutti e due davvero bravi, tranne in quelle parti (inutili) in cui il regista li costringe a calcare un po' sul melodramma (vedi la sceneggiata a teatro o le shakespeariane martellate sul kranio della statua). Che Iain Glen sia il figaccione di Tomb Raider pare incredibile, ma � cos�, e mi sembra che incarni bene una delle poche descrizioni che conosco di Jung "un uomo non bello, ma molto interessante, molto affascinante, e in fondo molto timido".

In definitiva, Prendimi l'Anima � un film con alti e bassi, con gli alti che meritano di essere visti, e fanno in parte perdonare i bassi. Ma, una volta di pi�, una focalizzazione totale su Jung e Sabina, accompagnata da una maggiore esplicitazione dei sottintesi del film avrebbe prodotto un'opera a mio avviso davvero MOLTO pi� interessante - e in questo Prendimi l'Anima d� la sensazione finale di una terapia purtroppo interrotta a met�.

P.S. Noterete che nella rece non ho accennato alla vicenda contemporanea che fa da cornice al film. L'ho trovata cos� inutile che non l'ho neppure considerata. Ha pi�, nella seconda parte, la funzione di raccontare cosa accadde a Sabina in Russia attraverso le memorie dell'anziano ex-allievo della ragazza. Forse Faenza non ha voluto rinunciare a questa parte perch� rispecchia le *sue* personali ricerche sulla vicenda, che sono state lunghe e laboriose, ma nell'economia del film sarebbe bastato un cartello alla fine con il racconto degli ultimi eventi in Russia di Sabina - e ci� avrebbe concesso parecchio pi� spazio a tutte quelle cose interessanti che sono rimaste nella penna.

DUE NOTE NON MOLTO ATTINENTI E SALTABILI SENZA PROBLEMI

Un'altra cosa che mi ha dato fastidio � che a tratti il film cade un po'nell'errore di voler mostrare come tutti gli aspetti chiave della vita di un personaggio famoso possano essere ricondotti a un unico evento. Per esempio, Sabina a un certo punto parla di "Alchimia", ma Jung inizi� a interessarsi a questa "pseudoscienza" solo molto pi� tardi, e per cause molto diverse. Anche elementi come la "proiezione", sono comunque posteriori al 1904 nel pensiero Junghiano - almeno nei testi pubblicati. Ma qui potremmo accettare la licenza poetica che tutto inizi� "per quella scena davanti al quadro" che Jung ebbe in gioventu' :o)

Sabina SpielreinInoltre, per quanto ne so, Jung non aveva poteri extrasensoriali! Nella tesi di dottorato (citata anche nel film) Jung si occupa di "Patologia e Psichiatria dei Cosiddetti Fenomeni Occulti" (1) ma limitandosi ai problemi strettamente patologici che possono dare origine a fenomeni simili a quelli descritti dalle scienze occulte - e alla fine della tesi ammonisce come tali fenomeni non debbano essere scartati a priori, ma considerati per la loro importanza da un punto di vista *medico* (fatto che nel film omette a Sabina, lasciandole credere che il suo interesse era per un sovrannaturale "genuino"). L'unico momento, per quella che � la mia conoscenza dei suoi testi, in cui realmente sfiora il sovrannaturale � l'idea che l'Inconscio, nei sogni che precedono la morte del corpo, prepari l'uomo a una sorta di "passaggio" verso "qualcos'altro", ovvero che alla morte del copro non corrisponda la fine dell'esistenza (2). Anche Freud riconosceva il contenuto di tali sogni, ma lo attribuiva a un fatuo "desiderio" di immortalit� dell'uomo che veniva quindi incarnato nel sogno. Secondo Jung, invece, l'inconscio non mente, e quindi tale passaggio � reale. Ci� porta Jung sulla soglia di un mistero che va al di l� del mondo sensibile, soglia sulla quale, per�, egli alla fine volontariamente si ferma.

(1) In C.G. Jung - Studi Psichiatrici - Opere vol. 1 - Ed. Bollati Boringhieri.

(2) M.L. von Franz - La Morte e i Sogni - Ed. Bollati Boringhieri.
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