Un adagio post-sessantottino recitava “Dopo il freddo degli anni di piombo, godiamoci il calduccio di questi anni di merda”. Nulla potrebbe descrivere meglio l’ondata di reazionario riflusso ideologico che sta invadendo il mondo occidentale. Lasciamo perdere “la Casta” dei politici: per loro, dai tempi di Sparta e Atene, la demagogia e il far leva sulle pi� basse paure e insicurezze delle classi dominate � sempre stato un ottimo asso nella manica, quindi non deve stupire ci� che dichiarano di volta in volta, seguendo i sentimenti popolari per racimolare qualche voto e mantenere “il cadreghino”. N� deve colpire particolarmente la reazione della cosiddetta “intellighenzia” borghese, sempre pronta a lanciarsi in improbabili crociate contro inesistenti mulini a vento per apparire moralmente integra e irreprensibile, attaccando di volta in volta le pi� innocue sciocchezze come il Rock’n'Roll, i Giochi di Ruolo, l’invasione dei cosiddetti “Wiccan” o i libri di Harry Potter. Ancora meno deve risultare curioso o strano il gi� sopracitato “sentimento popolare” che talvolta lancia analoghe battaglie per paura, ignoranza, attaccamento a sciocche ideologie, e via di questo passo…
Invece, � giusto rimanere di stucco quando una categoria particolare, quella degli artisti, decide di sfruttare temi pi� o meno scottanti per vendere qualche copia in pi� poich�, in questo caso, il peccato � doppio e particolarmente subdolo e insidioso. Forse per questo sono rimasto alquanto perplesso sentendo la canzone di Povia a questa edizione del festival di San Remo (in cui gli unici momenti autenticamente interessanti dal punto di vista musicale si devono agli inserti decisi da Bonolis con citazioni dei Led Zeppelin, dei Queen e di altri Artisti).
Ma facciamo un passo indietro. Ci troviamo nel tempio della tradizione, nella massima espressione nazionale del potere delle Major, delle proposte fatte a tavolino appositamente per quel pubblico e per quel teatro… In poche parole, ci troviamo all’interno di un paradosso in cui anche i pi� sinceri e autentici artisti devono necessariamente scendere a patti con le aspettative del pubblico e proporre cose che, molto probabilmente, non avrebbero mai suonato e cantato se non fosse per il festival. Ci troviamo in un paradosso in cui un festival che dovrebbe rappresentare in modo realistico il panorama musicale italiano, in realt�, non lo rappresenta affatto. Se vogliamo “scioccare” il pubblico basta prendere come tema per la nostra canzone qualcosa di “scomodo” (o farlo diventare tale) o inserire un paio di “merda” e di “stronzate” nel testo e “vual�”, passiamo per artisti “non allineati” e “fuori dagli schemi” (perfettamente integrati negli schemi). Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.
Povia, quindi, decide di raccontare una storia. Una singola storia, non un commento sulla condizione di omosessuale, ma la storia di un singolo individuo che “era” omosessuale e poi incontra una ragazza e “diventa” eterosessuale, si sposa, ha dei bambini, trova il suo vero s� e, finalmente, � felice (mentre prima, da omosessuale, non lo era e intreccia una sordida relazione con un uomo molto pi� grande di lui). Il “colpo al cerchio e il colpo alla botte” � dato da un verso della canzone (”n� malattia, n� guarigione”) che, sentito il resto del testo, sembra appiccicato in fondo appositamente per rispondere a una serie di polemiche e preoccupazioni da parte dell’ARCI Gay e di altri.
Appiccicato in fondo, dicevo, perch� per il resto la canzone esprime una visione e una posizione molto chiare che sono, ovviamente, molto diverse. Luca, il protagonista, � gay e crede in Dio, ma non nell’uomo, quindi evita di andare da psichiatri, psicologi, preti, stregoni o quant’altro, ma “cerca dentro se stesso” (come? Non si sa). Alcuni gli dicono che l’omosessualit� � normale, ma lui studia Freud che � di altro avviso. Vero. Freud considerava l’omosessualit� una nevrosi (anche se ha scritto molto e in modo molto critico anche verso se stesso nelle sue pubblicazioni) e quindi un disturbo, una deviazione, una malattia, qualcosa che “dev’essere curato” (ovviamente, con la psicanalisi). Povia, inserendo questa frase nella canzone, deve aver fatto imbarazzare molti analisti l� fuori, poich� l’omosessualit� � stata “depennata” dalle nevrosi trattabili con la psicanalisi soltanto una decina d’anni fa, dopo un lungo congresso internazionale della categoria. Ma se Freud aveva dei dubbi e se i freudiani ora la pensano diversamente, perch� inserire questa frase nel testo? Per dare una parvenza di “copertura scientifica” alla tesi strisciante nel resto delle parole della canzone? Povia continua e presenta i risultati di questa “ricerca interiore” di Luca: sua madre � uscita direttamente da “The Wall” dei Pink Floyd e il padre era uno senza palle. I due si separano, il padre comincia a bere, la madre � sempre pi� soffocante e gelosa delle altre donne e gli consiglia di non sposarsi mai. Quindi (ovvia conseguenza logica) lui diventa gay e intraprende una storia di sesso e di dolore e infelicit� con un uomo molto pi� grande di lui che sopperisce alla mancanza di una figura paterna. In questo modo, Luca cerca di “non tradire la madre”. Poi, per�, a una festa, incontra una ragazza che, con atteggiamento tipicamente femminile, lo “capisce” e lo “accoglie”. Lui, quindi, diventa improvvisamente eterosessuale, si sposa, fa figli e finalmente trova la vera felicit� sentimentale che, quando era omosessuale, gli era negata.
Ora, stiamo parlando di un singolo caso che � certamente possibile e verosimile. E non stiamo dando nessun giudizio sulla categoria intera degli omosessuali. Inoltre, c’� quel famoso verso appiccicato riguardo al fatto che non c’era nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Giusto?
No. Sorry, non basta una frase, messa apposta per accontentare l’ARCI Gay, per inficiare il messaggio pi� o meno insidiosamente nascosto in tutto il resto del testo. E il messaggio � che l’omosessualit� *�* una forma di “disturbo” di qualche genere, con una causa precisa (mamma soffocante e padre assente) che pu� essere “curato” da una profonda ricerca interiore e, soprattutto, dal fatto di incontrare finalmente “quella giusta”. Un messaggio che viene spesso ribaltato al femminile… Quasi tutti i maschi sono convinti che una donna sia lesbica solo perch� non ha ancora trovato l’uomo “vero” che “le faccia sentire” ci� che serve (assumendo, con una notevole dose di presunzione, di essere un’opzione migliore rispetto a un vibratore extra-lusso).
Anche solo il fatto di dover cercare una “causa” per l’omosessualit� ha senso quanto ne ha la ricerca della causa dell’eterosessualit�. N� pi� n� meno. Mia madre e mio padre si sono separati quando io avevo circa un anno. Ho passato le mie, senza dubbio, per� rimane il fatto che sono eterosessuale (salvo scoperte dell’ultimo minuto) e che il problema della mia identit� sessuale non mi ha mai particolarmente preoccupato. Allo stesso modo, conosco molti omosessuali che hanno, nei confronti dei loro genitori, gli stessi identici problemi che hanno i miei amici “etero”. Non c’� nessuna “causa” per l’omosessualit�, cos� come non c’� alcuna “causa” per l’eterosessualit�. Sono fenomeni naturali… Se per “naturali” intendiamo “che accadono spontaneamente in natura” allora possiamo osservare atteggiamenti omosessuali e bisessuali in tutte le specie di mammiferi “superiori” e, guarda un po’, pi� o meno nelle stesse percentuali che riguardano la popolazione umana.
Perch�, nonostante quello che possono dire i “teisti”, non siamo nient’altro che una delle altre specie animali che condividono questo pianeta con il resto della biosfera e, di conseguenza, rispondiamo in maniera statisticamente prevedibile alle “leggi di natura” che regolano gli altri animali sociali. Abbiamo le nostre particolarit�, certo: i lupi non organizzano un Gay Pride… Ma rimane il fatto che esistono lupi che hanno atteggiamenti e comportamenti omosessuali, cos� come i delfini si organizzano per stuprare le delfine e gli scimpanz� uccidono i propri simili, talvolta, per puro diletto o incontrollabili scatti d’ira. Non siamo diversi.
Scrivere una canzone che ha questa morale strisciante (l’omosessualit� � una devianza innaturale che deriva da carenze - o abbondanze - affettive, eccetera), nascosta sotto la giustificazione “� la storia di un individuo, una testimonianza reale” � quanto meno discutibile… La domanda �: perch� scegliere proprio quella storia da raccontare e non altre? Quelle di coppie gay che hanno passato trent’anni insieme felicemente, ad esempio? O di omosessuali che sono stati presi e buttati nei forni crematori o nelle camere a gas insieme a comunisti, ebrei, zingari e dissidenti politici nei Lager, per fare un altro esempio? O del fatto che gli omosessuali vengono chiamati “finocchi” perch� nel Medioevo quando si bruciava un gay sul rogo si gettavano sul fuoco dei finocchi per nascondere l’odore di carne bruciata? Mi sembrano storie altrettanto interessanti e degne di attenzione, capaci di trasmettere messaggi pi� sani e realistici. Le reazioni dell’ARCI Gay e di Roberto Benigni mi sembrano ampiamente giustificate. Come ha detto Grillini: “I gay non sono infelici in quanto gay, sono infelici in quanto continuamente stigmatizzati e criticati dalla societ� in cui vivono”. Pi� che altro, io credo, profondamente incompresi.
Va detto, comunque, che bisogna sempre lasciare il beneficio del dubbio a tutti. Se veramente Povia voleva soltanto raccontare una storia che l’ha colpito particolarmente, dobbiamo ammettere che l’ha fatto, almeno, con una certa classe e una certa professionalit� musicale (una delle poche canzoni interessanti che abbia sentito durante la prima serata del festival, ad essere sinceri). D’altronde, Povia ha sempre avuto una politica piuttosto “furbetta” nei confronti del palco dell’Ariston… Sa bene quali temi scegliere, come alimentare le polemiche e far parlare di s�, in modo da vendere un sacco di copie e assicurarsi un’ampio passaggio radiofonico. Vedremo quando qualcuno, finalmente, proporr� al festival qualcosa di veramente coraggioso, come una canzone sulle tante “morti bianche” sul lavoro, sull’ignoranza e il pregiudizio che ancora imperversa nella nostra societ� verso le pi� disparate categorie di persone, sull’intolleranza e la presunzione del pensiero religioso, sul fatto che l’Italia �, di fatto, una teocrazia, su chi lavora senza gloria e senza grandi applausi per aiutare il prossimo in modo discreto e concreto, sull’ipocrisia di certi “preti illuminati di sinistra” che aprono comunit� di aiuto ma poi non si vergognano di dichiarare, nelle interviste, che un prete pedofilo non andrebbe mai denunciato alle autorit� competenti e alle Forze dell’Ordine, e via di questo passo. E perch� non parlare, piuttosto, di tutti quegli omosessuali che, schiacciati dal giudizio sociale, si sposano e fanno figli e vivono una vita terribilmente infelice, casi decisamente pi� numerosi del presunto “Luca” della canzone di Povia? Insomma… Volete parlare di qualcosa di scomodo? Non avete che l’imbarazzo della scelta, in questo mondo e in questi rassicuranti anni di merda.