Concerto di Paul Simon

February 7th, 2003 by abietto

Un piccolo grande uomo

Dopo Graceland e The Rythm of the Saints Paul Simon ha scritto e diretto un musical (The Capeman) e ha fatto uscire un disco con le canzoni cantate dai vari attori (Songs from the Capeman, appunto). Questa iniziativa, tuttavia, sia da un punto di vista teatrale che musicale, non è stata accolta particolarmente bene né dalla critica né dal pubblico. Forse per riprendere il discorso cominciato con i due dischi precedenti, ha deciso di far uscire questo nuovo album, You’re the One. Oltre alle sonorità afro-cubane a cui ci aveva abituato, in questo disco si sentono alcune influenze arabeggianti che l’autore riesce, come al solito, a includere in maniera del tutto indolore nel flusso musicale di ritmi brasiliani, di chitarre acustiche, fiati e banjo. Il concerto che c’è stato sabato 28 ottobre 2000 al PalaVobis di Milano è il secondo concerto di Paul Simon in Italia da più di nove anni (l’ultimo, infatti, è stato nell’estate del ‘91 a Firenze). Inevitabile quindi che le aspettative dei fan (me compreso) fossero piuttosto elevate.
Le canzoni del nuovo album appaiono, tuttavia, meno “cariche” ed emozionanti rispetto a quelle di Graceland o di Rythm of the Saints. La versione dal vivo è decisamente più vitale, sanguigna ed entusiasmante di quella registrata in studio, ma è come se Simon avesse deciso di proporre un disco di “basso profilo”, molto meno ambizioso dei precedenti sia da un punto di vista musicale sia dal punto di vista dei testi. Tra i pezzi del nuovo disco inclusi nella scaletta del concerto ricordiamo, in particolar modo, la tite-track You’re the One, That’s Where I Belong (che apre il disco e ha aperto il concerto), la divertente Darling Lorraine e la meravigliosa The Teacher. Ma è naturalmente nella scelta della presentazione dei “pezzi vecchi” che Paul Simon svela la sua sensibilità artistica e umana. Ed è proprio qui che ha deciso di riservare le maggiori sorprese per il pubblico. Il concerto, infatti, ha incluso brani come Homeward Bound, The Boxer e Bridge Over Troubled Water, appartenenti al suo lontano passato artistico con Art Garfunkel. I riarrangiamenti in versione etnica non sono sempre riuscitissimi, come nel caso di quest’ultima canzone che visto svariati remake da parte di Simon e anche di altri autori senza mai raggiungere la bellezza semplice e pura della versione da studio dell’omonimo album del 1969. Simon, poi, ripropone alcuni dei pezzi che hanno fatto la storia della sua personale evoluzione musicale e compositiva, brani quali Me and Julio Down by the Schoolyard, Kodachrome, Still Crazy After All These Years, 50 Ways to Leave Your Lover, Late in the Evening o American Tune, che sono diventati famosi soprattutto grazie alle versioni con Art Garfunkel nel Concert in Central Park del 1981. Curiosa la scelta di inserire alcuni pezzi vecchi poco celebri (ma certamente di grande impatto musicale ed emotivo) come One man’s Ceiling is Another Man’s Floor, del disco There Goes Rhymin’ Simon del 1973, oppure The Late Great Johnny Ace dell’album Hearts and Bones del 1983, una canzone che ha visto Paul Simon protagonista di un particolare episodio durante il sopracitato concerto nel Central Park di New York.
Egli infatti l’aveva presentata in anteprima in quell’occasione, come “preview” del nuovo disco. La canzone parla della morte di Johhny Ace, un cantante americano che lo ha influenzato nella sua adolescenza, ma parla anche della morte di John Lennon, assassinato da un fan. E durante l’esecuzione della canzone, proprio un fan dall’aria spiritata riuscì a salire sul palco del Central Park e riuscì ad avvicinarsi a sufficienza a Simon da dirgli “Paul, I have to talk to you…”. Inutile dire che, dato l’argomento della canzone, Simon si prese un bello spavento e dovette interromperne brevemente l’esecuzione. La canzone, infatti, è stata inclusa nella videocassetta (dove si può intravedere la scena) ma non nel CD doppio. Arrivando a lavori più recenti, il concerto del PalaVobis ha offerto ai fan un’impareggiabile e ineccepibile esecuzione di brani famosissimi tratti da Graceland (la title-track Graceland, The Boy in the Bubble, Diamonds on the Soles of her Shoes, You Can Call Me Al o il bellissimo pezzo cajun That Was Your Mother) e da Rythm of the Saints (The Rythm of the Saints, Proof, The Coast e altri). La cosa che ha sicuramente stupito maggiormente i fan è stata la decisione del cantautore newyorkese di NON includere a termine della serata (come è quasi tradizione) The Sounds of Silence, brano che è stato la fortuna di Simon e di Garfunkel negli anni sessanta e che ha visto mille e mille reinterpretazioni da parte dell’autore e di moltissimi altri artisti in tutto il mondo. Nonostante sia stato un concerto meraviglioso per la scelta dei pezzi presentati e per la loro esecuzione, nonché per l’incredibile figura di questo piccolo, grande uomo che “gioca” a fare la rock star dietro al microfono con la sua chitarra acustica in mano, questa “assenza” ha lasciato un po’ di amaro in bocca ai fan che se ne sono andati dal PalaVobis alle 23:30, dopo circa due ore di musica di altissimo livello. Considerato che per molti fan questa era inevitabilmente la prima occasione di vederlo “live” e non è detto che, con la frequenza con cui organizza delle tournée, ce ne siano altre, una simile esclusione è colpevole e quasi criminale. Chi ha visto il concerto di Firenze nove anni fa si consoli: Sounds of Silence fatta solo con due chitarre elettriche e l’ipnotica voce di Paul Simon non perde nulla della magia delle prime versioni tradizionali a cui i dischi ci hanno abituato.

Posted in Recensioni Musicali

Scheda

Evento: You're the One Tour
Autore: Paul Simon
Info: Palavobis, Milano - Sabato 28 ottobre 2000
Canzoni: 85%
Esecuzione: 90%
Scena: 75%
Complessivo: 80%
 

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