Ci rivedremo a Blackmoor
A distanza di un anno, un mese e cinque giorni dalla scomparsa di Gary Gygax, ecco che anche Dave Arneson fallisce l’ultimo Tiro-Salvezza e consegna la scheda del personaggio. Anche se decisamente meno conosciuto dal grande pubblico, quest’uomo è stato determinante quanto Gygax (e, alcuni, dicono che lo sia stato anche di più) per la creazione del primo vero Gioco di Ruolo mai creato, Dungeons & Dragons.
Arneson e Gygax si conobbero nel 1969, esattamente quarant’anni fa, durante la seconda GenCon (convention ufficiale di wargamer negli USA). Gygax giochicchiava con le miniature e stava scrivendo il suo Chainmail mentre Arneson, appassionato di wargame e, in particolar modo, di battaglie navali moderne, si stava dedicando a dei “what if” ucronici, partite ambientate in linee temporali alternative (”cosa sarebbe successo se la flotta di Pearl Harbour fosse stata preavvertita per tempo?” e cose di questo genere). I due cominciarono a scambiarsi idee e Arneson, dopo la GenCon, cominciò a lavorare a un gioco chiamato Blackmoor che traeva spunto dalle statistiche delle navi da guerra (come la “classe di armatura” o i “punti di struttura”) per muovere degli eroi medievali in un’ambientazione fantasy. L’unione di Chainmail e di Blackmoor portò alla creazione di “The Fantasy Game”, il primo gioco strutturato esplicitamente per essere giocato “di ruolo”, con livelli, personaggi, armi, incantesimi, oggetti magici, tesori, mostri e oscure segrete da esplorare. Il gioco venne rifiutato dalle case editrici ludiche del periodo, e questo spinse Gygax a cercare i fondi per fondare la Tactical Studies Rules (meglio conosciuta con l’acronimo TSR). Gygax e Arneson pubblicarono il gioco sotto il nuovo e più accattivante titolo “Dungeons & Dragons”, nel 1974, e il resto, per così dire, è storia…
Arneson fu il creatore della prima ambientazione coerente per D&D (”Blackmoor”, per l’appunto) seguita a breve distanza dall’ambientazione creata da Gygax (”Greyhawk”). L’influenza di tali idee sul mondo moderno è praticamente incalcolabile. Intere generazioni di attori, sceneggiatori e registi, hollywoodiani e non, scrittori e fumettisti, programmatori e creatori di videogame, sono cresciute passando lunghe serate in camere fumose o scantinati freddi, attorno a un tavolo polveroso pieno di schede annotate a matita, mappe colorate, pedine, miniature, dadi e provviste di “junk food”. Senza il “concept” di role-playing come sarebbe il mondo dei videogiochi? E quello del cinema? Dei fumetti, dei romanzi e degli show televisivi? Per non parlare della miriade di altri aspetti della vita quotidiana che sono stati influenzati da questo monumentale paradigma della civiltà occidentale.
Non serve essere giocatori di ruolo per essere esposti agli effetti di questo gruppo memetico, così come non serve conoscere a memoria le battute dei film di Star Wars (o, persino, aver visto i film!) per essere esposti all’impero mediatico di Lucas. Sono semplicemente concetti con i quali siamo cresciuti, che diamo per scontati, anche e soprattutto quando non ce ne rendiamo conto. E tutto questo lo dobbiamo a Dave Arneson, forse ancora di più che non a Gary Gygax. Che possiamo dire? Le tue idee, le tue intuizioni, i tuoi sforzi e il tuo hobby (poi diventato la tua professione) hanno cambiato la vita di tutti noi, dandoci strumenti potentissimi di divertimento, di svago ma anche di introspezione e riflessione. Il tuo sogno ti è sopravvissuto e sopravviverà a tutti noi, passando di mano in mano alle generazioni future. E questo è più di quanto qualsiasi creatore di giochi possa sperare di ottenere.
Grazie, Dave… Che il tuo spirito riposi nelle lande misteriose di Blackmoor.
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