The Return of the King

February 13th, 2003 by abietto

Un po’ Disney, un po’ Re Artù

La locandina del filmVi siete spaventati, eh? No, non è il terzo film di Peter Jackson… bensì…
Nel 1980 uscì un “seguito non ufficiale” al famoso Signore degli Anelli d’animazione, girato da Ralph Bakshi con innovative tecniche di rotoscoping che riproducevano il movimento degli attori (a pensarci bene, Ralph la sapeva ben lunga… se consideriamo che è più o meno quello che ha fatto Peter Jackson con Andy Serkis per Gollum, con l’aiuto di un computer!). Questo film, che si intitolava come il terzo libro della trilogia tolkieniana (The Return of the King, appunto), aveva però numerose differenze rispetto al film di Bakshi, così come The Hobbit, girato due anni prima. Le principali differenze di questi due titoli rispetto al più noto Signore degli Anelli riguardano il registro narrativo scelto e il target che si è voluto raggiungere. Mentre il film di Bakshi era fondamentalmente realistico e ricco di scene crude e violente, con una certa ricercatezza artistica quasi surrealista (splendidi i momenti dell’attacco dei Cavalieri Neri a Brea o l’inseguimento di Frodo fino al guado di Rivendell), quello di Bass & Rankin Jr. era dichiaratamente un film d’animazione per bambini che incarnava tutto ciò che Tolkien aveva sempre temuto dall’industria cinematografica: un approccio “favolistico” alla Disney alla sua storia (ci sono dichiarazioni esplicite dell’autore in questo senso nella sua corrispondenza privata, pubblicata in seguito dal figlio Cristopher).
AragornPer “approccio disneyano” intendiamo, ovviamente, una sorta di abbellimento di tutto ciò che potrebbe spaventare un bambino: niente sangue, orchetti buffi, gollum che sembra una rana, e via discorrendo. E canzoni, tante belle canzoni folkeggianti cantate da un bardo che suona di fronte a Elrond, Gandalf e compagnia bella la saga di “Frodo dalle Nove Dita e l’Anello del Potere” (questa scena, effettivamente, c’è anche nel libro!).
La storia parte direttamente dall’arrivo di Frodo e Sam a Mordor. Shelob viene completamente saltata (dovrebbe, in effetti, fare parte de Le Due Torri) e cominciamo a vedere i nostri eroi alle prese con gli Orchetti di Cirith-Ungol (pronunciata, erroneamente, Sìrit-àngol: la pronuncia corretta è Kìrit-ùngol). Le illusioni di Sam che viene tentato dall’anello non sono male, se non fosse per un continuo ritorno di certi temi musicali “chitarra-e-voce” che dopo un po’, sinceramente, sfrantecano un po’ il bassoventre. La sequenza dei “Guardiani” della torre, però, è davvero carina, così come gli effetti del “portale invisibile”.
Théoden, Re di RohanSull’altro fronte, ci troviamo già in pieno assedio di Minas Tirith (anche qui, pronunciata erroneamente Màinas-tirit, mentre si dovrebbe dire semplicemente Mìnas, proprio come in Italiano), e vediamo Pipino e Gandalf che osservano l’arrivo di Grond, il terribile ariete dalla testa di lupo preparato dal Signor Sauron in persona che sta per distruggere le porte della città. I due scendono per affrontare gli invasori, ed ecco che scende dal cielo, in arcione a un improbabile cavallo alato nero, il Signore dei Nazgûl, che dirige l’attacco in prima persona.
Il Re NegromanteNel frattempo, le canzoni mostrano qualche benvenuta variazione di tema: gli inni degli Orchetti sono davvero divertenti, rozzi e ingenui quanto quelli che Tolkien stesso suggerisce nel libro. Ma i nostri Hobbit? Ebbene, dopo essere fuggiti da Cirith Ungol travestiti da Orchetti (con un bell’elmo con un occhione rosso spataccato sopra, che viene indossato orgogliosamente da TUTTI i cattivi del film), vengono scambiati per disertori da un gruppo di servitori di Sauron… Ma tutto sommato, il resto della storia lo conoscete (o se non lo conoscete, non voglio rovinarvi le sorprese che verranno: tuttavia mi rendo conto che è un po’ come non voler fare uno spoiler sul fatto che Dante, all’Inferno, incontra Paolo e Francesca…). Voglio solo dire che, per quanto kitsch e decisamente predigerito, il film continua con un buon ritmo e con degli effetti di animazione apprezzabili…
Éowyn, nipote di ThéodenL’arrivo dei Cavalieri di Rohan e lo scontro di “voi-sapete-chi” con “voi-sapete-chi-ma-quell’altro” sono resi in maniera gloriosa, anche se forse un po’ troppo brevi data la drammaticità del momento. C’è da dire che, dato il taglio che si è voluto dare al film e il target scelto, sono tutte scelte che possono passare. Sono certo, in ogni caso, che se avessi visto questo film quando avevo undici anni, invece de Il Signore degli Anelli di Bakshi, non credo proprio che la storia mi avrebbe altrettanto conquistato. Il fatto è che la banalizzazione viene perfettamente percepita anche dai bambini, che sono soltanto esseri umani più piccoli, non più stupidi o meno sensibili (capito gentaglia della censura di Rai e Mediaset?).
La nave che si allontana dai Rifugi OscuriVi ho detto che la storia viene raccontata in forma di “ballata” da un menestrello? Ebbene, ciò accade alla “festa di compleanno” (il 129, in effetti) di Bilbo Baggins, alla presenza di Frodo, Sam, Merry, Pipino, Gandalf ed Elrond Mezzelfo (presumibilmente a Gran Burrone). Ed è qui che torniamo alla fine del film, per l’inevitabile conclusione con la partenza della grande nave bianca dai Rifugi Oscuri che veleggia verso le Terre Immortali a Occidente. Perché, nonostante i tagli e il linguaggio molto addomesticato della sceneggiatura, bisogna dire che la storia è stata riprodotta molto fedelmente rispetto a quanto riportato nell’opera originale. Molto più fedelmente anche rispetto alla trilogia cinematografica di Peter Jackson, o al film d’animazione di Bakshi. Non che questo sia un “bene” o un “male” in assoluto: dipende sempre da come si gestiscono certe scelte.
In ogni caso, se siete in astinenza da Signore degli Anelli e l’idea di aspettare l’anno prossimo per vedere Il Ritorno del Re vi fa impazzire, questo (nonché The Hobbit) può essere un buon passatempo. E se avete qualche cuginetto piccolo, è proprio il film che fa per lui.

Posted in Recensioni di Film

Scheda

Titolo: The Return of the King
Regia: Jules Bass, Arthur Rankin Jr.
Cast: Orson Bean, Theodore Bikel, William Conrad...
Soggetto: 75%
Sceneggiatura: 60%
Animazione: 65%
Complessivo: 70%
 

Leave a Comment

Please note: Comment moderation is enabled and may delay your comment. There is no need to resubmit your comment.

 
© 2000-2008 Abietti si Nasce Powered by Wordpress - ASN Theme by abietto based on the Minami theme.