The Ring

March 10th, 2003 by abietto

Tutti dovranno soffrire…

Se non avete visto questo film, non vi consiglio di leggere questa recensione: ci sono spoiler che potrebbero rovinarvi l’esperienza o i colpi di scena. Uomo avvisato…
Gore Verbinski è un bravo regista, su questo non ci sono dubbi. E lo dico dopo aver visto soltanto uno dei suoi lavori (non ho visto, ad esempio, The Mexican). Il motivo di questa mia convinzione è molto semplice: The Ring è uno dei film horror più belli e terrorizzanti che abbia mai visto in tutta la mia vita. E vi assicuro che io ne ho visti un bel po’.
La storia la conoscerete già, se non altro per aver visto i trailer: una ragazza guarda una misteriosa videocassetta con delle immagini strane e inquietanti. Subito dopo aver visto il videotape, il telefono squilla, e una vocina avverte la malcapitata che entro sette giorni lei morirà. Inutile dire che la profezia si avvera. Questo semplice inizio è la punta dell’iceberg di una storia da incubo e di un’indagine mozzafiato caratterizzata da una regia sapiente e da alcune delle scene più inaspettate e originali viste in questo genere cinematografico.
Naomi Watts nei panni di RachelLa storia di questo film, tuttavia, potrebbe anche essere un’altra. La storia di un libro (scritto da Kôji Suzuki) uscito in Giappone qualche anno fa e portato sullo schermo nel 1998 da Hideo Nakata. Questa prima versione cinematografica è diventata un tale culto (non solo nel paese del Sol Levante, ma anche negli Stati Uniti) da convincere i produttori hollywoodiani a realizzare un remake. Nel frattempo, i giapponesi non hanno certo riposato sugli allori, e negli ultimi anni hanno prodotto The Ring 2, sequel sempre basato sugli scritti di Suzuki e diretto da Nakata, Rasen, altro sequel diretto da Jôji Iida, e The Ring 0, un “prequel” sull’infanzia infelice di Sadako (Samara Morgan, nella versione americana) diretto da Norio Tsuruta. Inoltre, il film originale ha visto, prima del remake americano, un’altra incarnazione nel remake coreano, The Ring Virus diretto da Dong-bin Kim.
Anna Morgan nel video maledettoIn realtà il remake hollywoodiano di Verbinski contiene alcuni elementi dei primi due film giapponesi e si può dire che sia una sorta di sintesi realizzata con una sensibilità più occidentale. Il film originale è molto interessante e quasi altrettanto terrificante, ma ha alcuni salti logici e una sceneggiatura troppo poco attenta ai dettagli razionali e forse troppo esplicativa rispetto a quelli irrazionali. La versione americana taglia molte delle sotto-trame e delle possibili interpretazioni del fenomeno sovrannaturale, limitandosi a una lettura da ghost-story, scelta quanto mai felice, poiché meno spiegazioni equivalgono a più mistero e a più angoscia e inquietudine nello spettatore. A volte spiegare troppo ciò che si cela dietro il velo del mistero tende a far crollare l’intero castello di carte, e questo è un tranello in cui Verbinski non è caduto.
Vi ricorda nulla?L’inizio del film potrebbe farci pensare che The Ring sia una nuova versione della solita formula “horror-splatter” americana che tanto successo ha avuto dalla fine degli anni settanta a oggi, in particolare alcune sequenze sembrano un clone di Scream. In realtà ci accorgiamo quasi subito che si tratta di una citazione affettuosa a un maestro del genere, e che The Ring ha ben altra carne al fuoco. Niente bionde poppute che urlano, niente battute demenziali tra un ammazzamento e un altro, niente body-count, niente scene di sesso gratuito tra adolescenti vittime dei loro ormoni prima e dell’assassino di turno poi… Niente di tutto questo: The Ring ha forse un singolo momento di comic-relief in tutto il film, e questo prima che cominci la vera e propria indagine. Da quel momento in poi è un continuo scendere nella spirale dell’ansia e della paura fino all’orgasmo finale, che ha una soluzione tra le più originali e terrorizzanti mai viste sullo schermo.
La drammatica sequenza del cavalloLe citazioni, tuttavia, si sprecano: personalmente penso di aver riconosciuto omaggi a film quali Scream, Allucinazione Perversa, Poltergeist, Profondo Rosso, Videodrome, Il Sesto Senso e altri ancora… Inoltre il “video” maledetto sembra il trailer di un film di Buñuel e la storia può ricordare Dead on Arrival, La Maschera di Innsmouth o Dagon di Lovecraft o ancora il tema tanto caro a Stephen King dei bambini con poteri paranormali che vengono studiati dalle “autorità”, come in L’Incendiaria, o persino Akira. Tuttavia The Ring è ben più della somma di questi elementi: si tratta di un contenitore che pensiamo di conoscere, ma che si rivela di un nuovo tipo di materiale, e che ricombina gli elementi tipici della ghost-story in modo originale e inaspettato.
Una delle scene più terrificantiIl finale, infatti, è molto diverso da come ce lo aspettiamo. Ribadisco che non vi consiglio di leggere se non avete visto il film, questa parte contiene alcuni spoiler. Normalmente, abituati come siamo alla morale tipica della ghost-story classica, dopo aver letto i racconti di M. R. James e di altri maestri del genere, pensiamo che il ritrovamento del corpo dello “spirito in pena” e la sua ricomposizione in terra consacrata siano sufficienti a spezzare la maledizione. In questo caso, invece, il ritrovamento del cadavere di Samara (o Sadako, nella versione originale) non c’entra assolutamente nulla. il Ring a cui fa riferimento il titolo, non è soltanto l’alone di fioca luce che si vede dal fondo del pozzo, né lo squillo del telefono che arriva dopo aver visto la videocassetta, ma anche l’anello di informazioni che dovrà attraversare tutto il mondo. Soltanto quando tutti avranno conosciuto la storia di Samara la maledizione si interromperà: a volte i bambini vogliono solo essere ascoltati
Le “catene di S. Antonio”, o i messaggi che arrivano via e-mail, infatti, in giapponese si chiamano “Ringu”, proprio dall’inglese “ring”, cioè anello.
Samara esce dal pozzoIn conclusione: la fotografia, la regia, il montaggio, la sceneggiatura… tutti gli elementi tecnici del processo di produzione del film sono al servizio della storia, e non c’è un singolo elemento che sia fuori posto o casuale. The Ring è un film molto serio e molto ben realizzato, fatto da persone che evidentemente credevano molto sinceramente nel progetto. Potessimo vedere più spesso film di genere di questa portata qualitativa! E potessimo vederne magari prodotti in Italia (dato che, tecnicamente parlando, non c’è nulla che impedirebbe ai cineasti del nostro paese, disastrato come non mai dal punto di vista creativo, di realizzare un prodotto di questo livello)…
Un’ultima nota: se avete visto il film in videocassetta o in DVD, beh… Io vi consiglio caldamente di farne una copia e di farla vedere a qualche vostro amico.
Entro sette giorni…

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Scheda

Titolo: The Ring
Regia: Gore Verbinsky
Cast: Naomi Watts, Martin Henderson, David Dorfman…
Soggetto: 85%
Sceneggiatura: 95%
Thrill: 90%
Complessivo: 90%
 

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