Le Due Torri

February 12th, 2003 by Reckall

Salvate il Soldato Tolkien

Le Due Torri è il seguito de La Compagnia dell’Anello, e sposta l’azione su una scala più vasta. Non sono più i singoli personaggi, i loro viaggi e le loro battaglie a definire il corso degli eventi, ma il mobilitarsi di interi regni e gli scontri di interi eserciti. In ciò sta l’anima positiva e negativa del film: chi si era affezionato alle avventure di un gruppo di personaggi legati dal filo del destino ne La Compagnia troverà pochissimo spazio per questo genere di sentimenti ne Le Due Torri. Chi, d’altro canto, non vedeva l’ora di vedere al cinema una guerra fantasy realizzata Come Dio Comanda, non troverà nessun altro esempio cinematografico che possa paragonarsi al nuovo film di Jackson.

Le Due Torri non ha alcun riassunto, e inizia dove La Compagnia ci aveva lasciato. Se non avete visto il primo film, preparatevi a trovarvi a una festa dove tutti parlano di cose che non sapete.

Nelle Due Torri il tema non è più il viaggio di una compagnia di personaggi, e il complesso sviluppo dei loro rapporti. Il quadro si allarga, e il tema centrale del film diventa la guerra. Più precisamente, il “conflitto”, che tra nazioni diventa guerra. Vi è conflitto tra amici, conflitto tra sentimenti, conflitto tra gli stessi eroi sulle scelte da compiere. Ma, su scala più vasta, ovviamente vi è la guerra. La compagnia si è divisa, i protagonisti hanno preso strade diverse, e nei loro viaggi entrano in contatto con i diversi aspetti di tale realtà, che come un incendio si sta allargando su tutta la Terra di Mezzo.

È stato questo, probabilmente, l’aspetto che più mi ha colpito de Le Due Torri. Film come Salvate il Soldato Ryan o Blackhawk Down si concentrano su un luogo e un momento ben precisi all’interno di un conflitto. Le Due Torri, al contrario, mostra l’intera estensione dello stesso, in tutte le sue forme e in tutte le regioni che ha invaso: dalle imboscate dei ranger di Gondor agli scontri “secondari” tra la cavalleria che scorta dei civili e gli orchetti cavalcalupi nelle pianure di Rohan, agli assedi - profondamente diversi in geografia e natura, del Fosso di Helm e di Osgiliath. Sembra che non una singola regione della Terra di Mezzo, se non la fortunata Contea a settentrione, non sia avvolta dalle fiamme della guerra. Una guerra rappresentata realisticamente, con estrema violenza (una compagnia di uomini del sud viene massacrata in un’imboscata con una freddezza degna di un azione militare reale) e ben poca gloria. Ciò rende Le Due Torri un film cupo e crepuscolare, che solo l’occasionale momento comico offerto da Gimli il Nano riesce a rischiarare.

Visivamente e spettacolarmente il film lascia senza fiato. Laddove L’Attacco dei Cloni me lo ricordo a tutt’oggi come un enorme candito in CG senza né capo né coda, Le Due Torri mi ha lasciato una serie di immagini che, mentre scrivo, si stagliano nella mia mente come quadri. Tutto ciò però ha un prezzo, ed è una minore definizione dei personaggi ed un perdersi della linea narrativa che scorreva nitida nella Compagnia dell’Anello.

Cinematograficamente parlando, infatti, il finale della Compagnia indicava chiaramente le due linee narrative sulle quali sarebbe dovuta proseguire la storia: il viaggio di Frodo verso Mordor e quello di Aragorn verso Gondor, dopo il dialogo finale con Boromr. Ciò, sempre da un punto di vista cinematografico, avrebbe condotto subito al Ritorno del Re. Il risultato è che Le Due Torri diventa un film superfluo. La prima parte introduce i personaggi e la trama, mentre ovviamente nella terza ci saranno i Veri Botti ™. Ciò riduce un po’ la seconda a un momento di passaggio nel quale, a ben pensarci, non vediamo nulla che abbiamo visto prima o non vedremo dopo. In sintesi, Le Due Torri non è L’Impero Colpisce Ancora.

Viggo Mortensen nei panni di AragornGli stessi personaggi sembrano “congelarsi”: Aragorn vive un’evoluzione ben precisa - e molto bella - ne La Compagnia, qui diventa un capo guerriero, ma non ha alcuna vera crescita psicologica. Chi conosce i libri sa che tale evoluzione riprenderà nella terza parte. Frodo, è vero, è sempre più preda dell’Anello, ma la linea narrativa scelta per la sua vicenda nelle Due Torri ha “RIEMPITIVO” scritto lontano un miglio, e in effetti tolta qualche scena avrebbe avuto più senso vederlo affrontare Mordor - soprattutto considerando che con cosa accadrà là le robe da raccontare non sarebbero mancate.

Gli attori: tra i nuovi, sopra a tutti, ho preferito Bernard Hill come Théoden e (OVVIAMENTE!) Brad Dourif come Vermilinguo (ma quand’è che a Brad faranno interpretare per una volta un personaggio alla Vin Disel? ^__^) Théoden è tra l’altro il mio personaggio preferito nel libro. David Whenam come Faramir è un passo indietro, ma più che altro per la caratterizzazione poco chiara del suo personaggio - la sua somiglianza con Boromir è davvero impressionante. Infine, Karl Urban come Éomer fa davvero troppo poco per dare un giudizio, e penso si vedrà di più nel terzo film. Ah, non posso fare a meno di menzionare come, per qualche ragione, ho trovato MOLTO più azzeccato qui l’Agente Smith (Hugo Weaving) nei panni di Elrond di quanto non lo fosse nel primo film.

Sospirone...Un discorso a parte, e più lungo, merita Miranda Otto come Éowyn. Mentre praticamente tutto il mondo sa che per me la Éowyn dei libri è Milla Jovovich, occorre dire che l’interpretazione che Jackson dà del personaggio è diversa da quella che dà Tolkien. Questo è però un punto importante per la mitologia tolkieniana: Éowyn viene spesso citata dagli studiosi di Tolkien come la dimostrazione che “l’anziano (e secondo alcuni misogino) professore di Oxford” aveva in realtà una sensibilità molto umana verso i problemi delle donne e i loro sentimenti a una certa età. La natura del suo amore per Aragorn non è mai realmente rivelata nel libro, ed è in realtà Aragorn stesso a giustificarlo come “un amore non per me ma per ciò che rappresento: libertà, autodeterminazione, il non essere prigioniero in una gabbia dorata“. Forse è così, ma è certo che la cotta di Éowyn per Aragorn fosse ben reale e, nell’usare non a caso il termine cotta, tale sentimento avrebbe dovuto puntare verso un personaggio di età ben diversa da quella di Miranda (”fredda come la nebbia di un mattino d’inverno, e non ancora maturata in donna” la descrive Tolkien). Invece la Éowyn di Jackson sembra già di base accettare il suo amore come espressione di ciò che Aragorn simboleggia - inclusa la fedeltà verso la donna che Aragorn ama (come mostra la sua radiosa scelta di recitazione in un momento al Fosso di Helm in cui il sentimento di Aragorn per Arwen viene mostrato in modo semplice ma intenso). Scelta questa interpretazione del personaggio, allora prendiamoci pure Miranda Otto, con la sua maggiore maturità. Ciò non toglie che, nel terzo film, a andare a spaccare il kulo a Chi-Sappiamo-Noi ™ TRAVESTITA DA UOMO avrei voluto vedere la Milla (che tra l’altro immagino sappia prendersi cotte e travestirsi da uomo molto meglio di Miranda). Pazienza, non si puo’ sempre vincere…

DUE discorsi a parte li meritano invece Gollum e gli Ent, anche se più brevi. Gollum è il più bel personaggio in CG che sia mai stato creato. Lo hanno già detto tutti e ora posso solo dire: guardatevelo! So che può sembrare ingiusto dedicare due righe alla cosa più bella del film, ma davvero non ho altro da dire: guardatelo! ^__^

Gli Ent mi hanno lasciato meno soddisfatto, ma in effetti gli Ent sono una di quelle cose che funzionano nell’immaginazione suscitata dalla parola scritta, ma che poi diventano un incubo da rappresentare visivamente. Dato questo problema, credo che Jackson e i suoi abbiano fatto uno tra i migliori lavori possibili (sicuramente ce n’erano altri).

L’assedio del Fosso di Helm verrà ricordato, senza dubbio, come una pietra miliare nell’arte di rappresentare la guerra al cinema. L’accostamento che più spesso è stato fatto è quello con i capolavori bellici di Akira Kurosawa (Ran, Kagemusha…). Trovo che questo accostamento sia assolutamente corretto, anche se a favore del maestro giapponese gioca un merito in più: Kurosawa doveva davvero organizzare e comandare i suoi eserciti di comparse, mentre Jackson ha potuto avvalersi delle piu’ moderne tecnologie digitali.

Detto questo, l’intera sequenza dell’attacco al Fosso è tanto superiore (per fare un confronto qualsiasi) alla battaglia finale de L’Attacco dei Cloni quanto la portaerei Nimitz può esserlo del canotto che avevo al mare da bambino: il campo di battaglia è ben definito, i piani di battaglia dei due schieramenti sono chiari (più sofisticato quello dei difensori, più rozzo ma con un suo senso quello degli attaccanti). Lo svolgersi della battaglia è sempre nitido, con assalti, ritirate e cambiamenti di strategia da parte dei comandanti che mostrano sempre una logica chiaramente identificabile in base a cosa sta accadendo. In sostanza, lo scontro finale di Ramelle di Salvate il Soldato Ryan moltiplicato per diecimila.

In definitiva, forse alla fine Jackson ha cercato di sostenere visivamente e con l’azione un film che narrativamente rappresentava un momento di cedimento, e, in questo senso vi è riuscito in modo STELLARE: a noi umani viene permesso di assistere a una serie di scene che in altri film da sole avrebbero costituito il momento clou. Ma ora un po’ ora aspetto i Veri Botti ™ nel Ritorno del Re, un po’ mi manca il piccolo mondo di relazioni tra i personaggi de La Compagnia dell’Anello, un po’ non condivido molte variazioni e scelte rispetto al libro, un po’ volevo la Milla… e un po’ mi manca Boromir.

OSSERVAZIONI SPARSE

- Una menzione speciale nonché un delirante applauso va all’Orchetto Tedoforo (se avete visto il film capirete). Secondo alcuni in realtà erano tre o quattro, che si sono passati la torcia da Isengard al Fosso di Helm - un’immagine meravigliosa.
Cose notevoli della scena: splendida l’idea di girarla come il momento epico/drammatico di un film sportivo di serie B; assolutamente delirante come la chiave di volta del piano d’attacco dei cattivi si basi su uno (e uno solo) che deve arrivare alle mine portando la torcia SENZA ARMATURA e con i compagni intorno che applaudono (invece che coprirlo scagliando frecce verso i nemici) e dove già in primo luogo non si capisce perché non abbiano usato una freccia infuocata; surreale infine che l’eroe orchetto sopravviva a DUE frecciate di Legolas sparate da due passi laddove NULLA in due film è mai sopravvissuto a una frecciata di Legolas (perfino nella Compagnia aveva sparato la freccia decisiva che aveva ammazzato il troll).
- Sempre parlando della stessa scena, non ho capito neppure perché le mine di Saruman fossero uguali a quelle che posavano gli U-Boat nella prima guerra mondiale (con pure gli spuntoni per attivare il congegno esplosivo quando impattavano contro una nave); forse anche per questo mi è un po’ mancata su di esse la scritta ACME: WAR SURPLUS.
- Parlando di cose che mi sono mancate, Gandalf che recita “IL POTERE DEI VALAR TI ESPELLE!!!” mentre Théoden si alza in volo a braccia aperte. Anche la testa del re che si girava di 180 gradi e iniziava a parlare con la voce di Saruman non sarebbe stata male.
- Parlando invece di “WAR SURPLUS”: le bestie volanti dei Nazgûl. Sono grandi come F-14 ma si beccano UNA freccia e volano via terrorizzate! Chissà come saranno contenti i Nazgûl di averle in dotazione…
- Un’altra scena che mi è mancata: Haldir che arriva al Fosso di Helm e saluta Théoden: “Siamo venuti a onovave l’alleanza tva gli elfi e il coraggioso popolo dei cavalli!“. E Theoden, indicando fuori dalle mura: “Gettate questo frocio fuori dal mio castello“. “AAAAAAAH!“. Scena identica a quando gettano fuori Vermilinguo…).
- Gli arcieri elfici sono un po’ nazisti… un po’ SS, diciamo… Un po’ sì, dai…
- La “conversione” di Faramir: per tre ore David Wenham dà un’interpretazione del personaggio che non ha nulla a che vedere con il libro, ma che almeno è coerente con sé stessa. Poi, di colpo, assiste alla scena di Frodo che sta per dare l’Anello al primo Nazgûl che passa, ed esclama “Come ho potuto essere così cieco! Ma ora ho visto la luce! Vi libero e vi mando da soli con l’Anello (e Gollum) verso le terre di Mordor!“. Se lo dice lui…
- Sempre parlando di Faramir, o ha poteri psichici o è saltato qualcosa nel montaggio: come fa a sapere della morte di Boromir? Nel libro lo intuisce, perché vede una notte lo spettro della barca funebre di suo fratello passare sull’Anduin, ma nel film di questa scena non vi è traccia. Escludendo i poteri psichici, propendo per il fatto che la vedremo nel DVD. Ma perché tagliarla?
- Qualcuno vuole spiegarmi CHI, in un momento in cui ipotizziamo che il Re di Rohan fosse ancora in possesso delle sue facoltà mentali, ha assunto BRAD DOURIF come suo consigliere?!? O____o
- Re Théoden sarà anche stato esorcizzato e liberato, ma non ne imbrocca comunque una: “Al Fosso di Helm saremo al sicuro! Mai le mura sono cadute! Il Trombatorrione non è mai stato preso!“. E ogni volta viene sbugiardato nel giro di pochi secondi. Ma perché non l’hanno imbavagliato?
- Visto che il Signore degli Anelli è (respiro profondo) “Fascista, Comunista, Femminista, Misogino, Ecologista, No-Global” ecc… Vi propongo una nuova interpretazione: FILOIRACHENO. “Non rischierò una guerra aperta!“, dice Théoden. “La Guerra aperta vi arriverà addosso che voi lo vogliate o meno” risponde Aragorn - e si trovano assediati 20 a 1 da un nemico tecnologicamente superiore. E vincono!!! Saddam potrebbe distribuirlo alle truppe come propaganda…
- Ho gia’ detto che come Eowyn volevo Milla? Beh, beccatevela qui:
(a Edoras)… e qui:
(nel “Ritorno del Re“).
Come quella del pugnale di Morgul, questa è una ferita da cui non guarirò mai…

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Scheda

Titolo: Le Due Torri
Regia: Peter Jackson
Cast: Elijah Wood, Liv Tyler, Viggo Mortensen...
Soggetto: 75%
Sceneggiatura: 75%
Divertimento: 100%
Complessivo: 80%
 

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